Le Nuove Indicazioni Nazionali? La proposta della Bibbia è uno specchio per le allodole!
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha reso noto l’avvio dell'iter formale di adozione delle Nuove Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, destinate a sostituire a partire dall'anno scolastico 2026/2027, quelle in vigore dal novembre 2012.
 
Tra le grandi narrazioni che costituiscono le radici della cultura occidentale, vengono citate la Bibbia, l'Iliade, l'Odissea e l'Eneide. Tuttavia, il riferimento alla Bibbia si limita esclusivamente alle conoscenze di Storia soltanto nella prima classe di scuola primaria senza un reale approfondimento nel corso dell’intero percorso scolastico. Sorprende che questa grande narrazione sia confinata a un solo anno, invece di essere sviluppata lungo tutto il primo ciclo. Viene inclusa in un elenco di opere letterarie classiche, come l'Iliade, l'Odissea e l'Eneide, suggerendo che lo studio di queste narrazioni, seppur in forma semplificata, sia da considerarsi importante per fornire agli studenti del primo anno della scuola primaria una base per capire lo sviluppo culturale dell'Occidente.
 
Questa scelta richiama la visione gentiliana, secondo cui la Bibbia viene inserita solo nella prima fase della formazione per fornire una base etica e unitaria a bambine e bambini mentre nella scuola secondaria di secondo grado viene esclusa, lasciando spazio alla maturazione del pensiero critico attraverso la filosofia. Un’impostazione ormai superata, che sembra più un modo per distogliere l’attenzione dai veri nodi critici delle Nuove Indicazioni 2025.
Orazio Ruscica, segretario nazionale dello Snadir, ha dichiarato: “L’approfondimento della Bibbia nelle nuove Indicazioni è semplicemente di facciata e lascia irrisolti i nodi cruciali della formazione. Già a una prima analisi emergono diverse problematiche che potrebbero comprometterne l’attuazione: riduzione dello spazio per l’apprendimento informale, rischio di un’eccessiva omologazione dei percorsi che appaiono indirizzati verso un’impostazione tipica dei “Programmi” piuttosto che delle “Indicazioni” (tra l’altro il termine programma ricorre spesso) e minore libertà metodologica per gli insegnanti. Aspetti che richiederebbero un dibattito approfondito, anziché un ritorno a schemi didattici del passato.”
 
Continua Ruscica:  “Se si vuole garantire un ulteriore approfondimento della Bibbia all'interno del percorso scolastico, sarebbe innanzitutto necessario aumentare le ore di religione nella scuola Secondaria di primo grado in primis e poi in quella di Secondo grado, così da permettere ai docenti di religione cattolica, unico personale specializzato e competente, di trattare il testo in modo adeguato. Solo così si potrebbe fornire agli studenti e alle studentesse una formazione solida e articolata su questa fondamentale opera che contribuisce a definire il patrimonio culturale e storico occidentale. La Bibbia non è solo un testo sacro, ma un capolavoro letterario senza tempo, capace di riflettere la vita di ognuno di noi. La Bibbia ci invita a riconoscerci nei suoi racconti, perché in fondo, la sua storia è la nostra storia.”
 
Le Indicazioni Nazionali dovrebbero configurarsi come strumento di indirizzo per una scuola di qualità che pone al centro la persona dello studente, considerata soggetto attivo del proprio apprendimento sin dalla scuola dell'infanzia.  Invece queste Nuove Indicazioni non sembrano offrire niente di davvero risolutivo, ma piuttosto una riorganizzazione che rischia di essere inefficace e senza dubbio anacronistica. È la solita storia della montagna che partorisce il topolino!
 
 

 

 

Fgu/Snadir - Professione i.r. - 13 marzo 2025 -  11,45

;