E LEGGE DELLO STATO: IDR IN RUOLO
Intervista
al Prof. Orazio Ruscica,
segretario nazionale dello Snadir
Il 15 luglio 2003, alle 14 circa, è stato approvato anche dall'Aula della Camera il ddl sullo stato giuridico degli insegnanti di religione: è stata l'ultima di una lunga serie di tappe che hanno caratterizzato un cammino certamente lungo e tortuoso, ma senz'altro proficuo, visti i concreti risultati raggiunti. Considerando questo momento un evento storico per la scuola e per la categoria professionale, ci sembra opportuno ed interessante discuterne con il Segretario Nazionale dello SNADIR, al quale rivolgiamo alcune domande:
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Prof. Orazio
Ruscica, segretario nazionale dello Snadir
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Ora che lo stato giuridico è una legge dello
Stato, Lei, in quanto Segretario Nazionale del sindacato
che maggiormente ha contribuito a questo risultato, come
vede il futuro degli insegnanti di religione?
Lo stato giuridico rappresenta una tappa fondamentale per
gli Idr: finalmente viene dato il giusto riconoscimento
ad una categoria di lavoratori della scuola che negli ultimi
decenni - nonostante tutto - hanno continuato a svolgere
il loro ruolo con professionalità e competenza. Sono
fermamente convinto che la categoria dei docenti di religione
sia composta da docenti veramente disponibili a lavorare
per i ragazzi, le loro famiglie e la scuola; una disponibilità
molto spesso mortificata da risposte come: "Lei non
può perché è un Idr". Oggi non
è più così: il docente di religione
è un insegnante come e tra gli altri insegnanti della
scuola italiana e la sua dignità umana e professionale
è affermata dallo Stato attraverso una legge che
prende atto del contributo che egli offre agli studenti,
alle famiglie, alla scuola e alla società italiana.
Oggi gli Idr - grazie a questo nuovo assetto giuridico -
possono guardare con serenità al loro futuro, il
che non può che essere un incentivo ad insegnare
la loro disciplina con sempre maggiore passione e professionalità.
Ed il futuro dell'insegnamento della religione?
L'insegnamento della religione, come molti ricorderanno,
è inserito nel sistema scolastico per due motivi:
perché è riconosciuto il valore della cultura
religiosa e perché i principi del cattolicesimo fanno
parte del patrimonio storico del popolo italiano (art. 9.1
legge 121/1985). E' innegabile quindi che la revisione concordataria
(legge 121/1985) abbia avviato un processo irreversibile
di legittimazione scolastica dell'Irc; essa ha inserito
l'Irc sempre più dentro la scuola, secondo le finalità
della scuola, per permettere allo studente di apprendere
e gestire "conoscenze, competenze e capacità"
di contenuti adeguati di Bibbia, di Corano, di Ebraismo,
di Cristianesimo, di Islamismo, di valori religiosi, riconoscendo
di fatto una configurazione curriculare più autorevole.
La revisione concordataria, pretendendo anche una preparazione
di livello universitario dei docenti di religione, non ha
delegittimato l'Irc, ma l'ha invece collocato sempre più
dentro la scuola. Oserei dire che la configurazione curriculare
più autorevole dell'Irc ha avviato la necessità
di riconoscere uno stato giuridico equiparato a quello degli
altri docenti della scuola italiana. Oggi ci ritroviamo
quindi con un riallineamento della disciplina con l'insegnante:
cioè l'Irc più curriculare ha ritrovato un
insegnante di religione stabile giuridicamente. L'insegnamento
della religione quindi non potrà non svilupparsi
secondo il proprio DNA, e cioè verso una direzione
sempre più culturale offerta a tutti. Il futuro dell'insegnante
di religione sarà ancor più il futuro dell'insegnamento
della religione perché l'idr ritrova nella sua professione
la sua identità giuridica.
Qual è il contributo che lo Snadir ha offerto
per conseguire questo risultato?
Lo Snadir nasce nel novembre del 1993, in un momento particolarissimo
in cui si tenta in tutti i modi di estromettere il docente
di religione dalla piena partecipazione alla vita scolastica.
Lo Snadir nasce con la consapevolezza che l'insegnante di
religione vive a pieno titolo la condizione di lavoratore
della scuola e che tale condizione implica tutta una serie
di doveri, ma è anche sorgente di diritti allo stesso
modo degli altri operatori scolastici. Lo Snadir ha voluto
assicurare il suo impegno per tutta la categoria professionale
dei docenti di religione e per tutti i docenti impegnati
per una scuola che garantisca un progetto educativo illuminato
e fondato sui valori della propria identità e sui
valori interculturali, interreligiosi ed ecumenici europei
e mondiali.
Uno l'obiettivo unificante: lo stato giuridico ed assieme
a questo tanti altri obiettivi immediati e quotidiani di
consulenza e di aiuto amministrativo ai colleghi, come anche
impegni e momenti di aggiornamento professionale e non.
E dopo dieci anni festeggiamo con lo stato giuridico.
Mi permetta ancora di insistere e di formularle in un
altro modo più pragmatico la domanda precedente:
ma come avete fatto?
Ci siamo sempre mossi con la prospettiva di riscattare gli
Idr da una condizione di "paria" e la consapevolezza
di raggiungere questo scopo non ingaggiando guerre e minacciando
nemici, ma attraverso il confronto schietto, la tessitura
di rapporti anche con chi la pensa diversamente. Come dicevo,
lo Snadir è stato costituito nel novembre del 1993
e se andiamo a guardare questi ultimi nove anni notiamo
che nelle ultime tre legislature c'è stato un incremento
notevole di proposte di legge presentate in Parlamento (otto
nella XII legislatura; diciassette nella XIII legislatura
e venti nella attuale XIV legislatura).
Ora il lavoro costante, instancabile, tenace, determinato
di questo sindacato ha permesso ai Parlamentari di queste
ultime tre legislature (soltanto nell'ultima legislatura
sono stati contattati più di trecento parlamentari)
di conoscere meglio l'insegnamento della religione cattolica
e l'opera di questi infaticabili lavoratori della scuola.
Abbiamo anche ritenuto indispensabile avviare una incessante
tessitura di relazioni fatta di contatti e di incontri dei
parlamentari con la base (Idr). Sintetizzare tutto il lavoro
svolto fin qui è davvero arduo. Ad ogni modo abbiamo
raccolto firme (una prima volta 50.000; una seconda volta
100.000), svolto convegni (tutti autofinanziati), presentato
ricorsi a tutela dell'insegnamento e dell'insegnante di
religione (basti pensare ai ricorsi per la validità
del voto in sede di scrutinio finale e per il riconoscimento
dell'Irc nel credito scolastico, ricorsi tutti vinti), tenuto
incontri sindacali. Lo Snadir è cresciuto in modo
esponenziale nel territorio: da un nucleo di un centinaio
di insegnanti siamo oggi al 30% dei docenti di religione
iscritti. E questo ha fatto sì che diventasse un
interlocutore rappresentativo.
Il particolare impegno messo in campo dallo Snadir in questi
anni mi ha portato a dichiarare nel marzo del 2001, al termine
della precedente legislatura, che avremmo ottenuto lo stato
giuridico: oggi è una realtà.
Ricostruendo un po' la storia di questi anni, si può
documentare qual è stato il diverso contributo che
hanno offerto gli altri sindacati e le altre istituzioni
per pervenire a questo ddl?
Abbiamo sempre pensato agli insegnanti di religione non
come precari a vita ma come docenti a tempo indeterminato.
Gli altri si sono limitati ad osservare dalla finestra quello
che accadeva, pronti a saltare sul carro appena le cose
si fossero messe per il verso giusto. Così è
stato fatto da alcuni, mentre fantomatiche sigle con percentuali
da prefisso telefonico hanno avuto la presunzione di voler
rappresentare gli Idr. Il loro gioco al ribasso ha rasentato
il dilettantismo e l'approssimazione. Basti ricordare dichiarazioni
del tipo "dateci lo stato giuridico anche con la richiesta
della laurea statale". Altri ancora rappresentavano
se stessi ed hanno costruito la loro specializzazione sulla
semplice osservazione del dato esistente, non offrendo mai
una apertura, una possibilità, una nuova prospettiva.
Forse ci sarebbe da pensare ad un libro bianco che presenti
la vera storia dello stato giuridico. Credo che siamo gli
unici a poter documentare tutto il lavoro svolto.
Lei spesso nelle interviste e durante gli incontri con
gli Idr ha parlato di un sogno che ha polarizzato gli obiettivi
di tutti coloro che hanno lavorato nello Snadir. Ora che
questo sogno è una realtà che comincia a nascere,
cosa prova come docente e come Segretario Nazionale?
In ogni ultima pagina del nostro notiziario periodico "Professione
i.r" c'è il seguente slogan "Sogni e desideri
condivisi cambiano il mondo". Avevamo il sogno di un
docente di religione uguale agli altri docenti: abbiamo
condiviso questo sogno e siamo riusciti a far iniziare il
tempo in cui il docente di religione diventa una risorsa
libera e una forza solidale. Questa esperienza dimostra
che bisogna rimboccarsi la maniche per incominciare a dare
delle risposte a se stessi e agli altri che vivono lo stesso
problema. Provo una grande gioia nel sapere che quanto doveva
essere fatto è stato realizzato nel miglior modo
possibile e che quanto non siamo riusciti ad eseguire bene
è stato dal Buon Dio completato al meglio.
Risultati come questi si conseguono insieme agli altri.
Alcuni hanno lottato a fianco dello Snadir; chi sente di
dovere ringraziare?
Prima di tutto i colleghi che ci hanno dato fiducia, il
Governo, il Ministro Moratti, l'On. Aprea, il Ministro La
Loggia, il Sen. Brignone, l'On. Taglialatela, l'On. Gambale
e i tantissimi Parlamentari della maggioranza e dell'opposizione
che abbiamo incontrato, ed infine i due responsabili del
Servizio Nazionale per l'Irc che in questi anni si sono
succeduti, Mons. Bonati e Don Tosoni.
E agli altri che invece si sono ostinati a rimanere
sulle loro posizioni, più ideologiche che operative,
cosa sente di dire?
Ai politici che nel luglio del 2000 approvarono il disegno
di legge sullo stato giuridico (certamente da migliorare;
ricordo che noi siamo stati molti critici con quel testo)
vorrei chiedere: perché allora sì ed oggi
no? Se allora non era anticostituzionale, oggi perché
lo è? La verità è che l'attuale disegno
di legge è perfettamente inserito nella Costituzione.
Basti pensare che lo Stato, recependo gli accordi concordatari,
ha di fatto limitato il proprio potere: pertanto nessuna
persona ragionevole potrà mai affermare che il recepimento
da parte dello Stato della revoca dell'idoneità è
anticostituzionale.
Ai sindacati che gridano in modo forsennato contro gli insegnanti
di religione vorrei dire: forse mettendo su una guerra tra
poveri risolverete al meglio la situazione dei precari delle
altre discipline? Non serve a nulla mascherare la propria
incapacità con un superficiale "perché
loro sì e gli altri no". Non basta gridare,
ma occorre mettere nelle condizioni qualsiasi Governo di
assumere nuovo personale. Noi riteniamo che, oltre ai docenti
di religione, dovrebbero essere immessi in ruolo anche gli
altri precari, in modo da assicurare alle famiglie e agli
studenti una continuità educativa e didattica. I
precari delle altre discipline dovrebbero chiedersi se sono
stati tutelati da questi sindacati. O non sarebbe opportuno
cambiare? Saremo ben lieti di mettere a disposizione degli
altri colleghi la nostra esperienza.
A livello europeo, lì dove l'Irc è simile
a quello italiano, come si colloca l'irc e questo riconoscimento
dello stato giuridico? E' una realtà anche per loro?
L'insegnamento italiano della religione diventa adesso uno
sperimentato modello a cui guardare per elaborare nelle
altre nazioni progetti scolatici di religione fortemente
culturali. Anche la Francia laica sta incominciando a pensare
ad un insegnamento del fatto religioso (cfr., Rapporto Debray).
Contemporaneamente lo stato giuridico è la meta a
cui debbono convergere con modalità diverse e specifiche
nazionali gli altri insegnanti di religione europei. Anche
l'insegnamento della religione cattolica, insieme agli altri
saperi scolastici, contribuisce alla formazione di valori
condivisi, anche se nelle diverse identità di motivazioni.
Cosa pensa di fare lo Snadir nell'immediato per offrire
agli Idr un ulteriore servizio di qualificazione professionale
in vista del concorso?
Abbiamo mantenuto alte le nostre richieste anche quando
altri abbassavano la guardia perché ritenevamo di
tutelare la professionalità dei docenti di religione.
Quindi consideriamo necessario offrire loro, nell'immediato,
strumenti per il concorso che permettano di mostrare a tutti
l'alta professionalità degli insegnanti di religione.
Subito dopo continueremo nel solco già tracciato
in questi anni della formazione professionale: ricordo che
da dieci anni offriamo ai colleghi convegni di aggiornamento
di altro profilo culturale e didattico.
Come avranno reagito, secondo Lei, i circa 20.000 docenti
di religione alla approvazione di questo ddl?
C'è chi ha pensato che era troppo bello per essere
vero, che era un sogno. C'è chi ha pianto di gioia.
Chi (moltissimi) si é congratulato con noi per il
lavoro svolto. Chi ha detto "finalmente siamo docenti
come gli altri". Ma subito dopo tutti hanno incominciato
a pensare a fare qualcosa per prepararsi bene. Si sono chiesti
se il Governo si farà veramente carico di questa
preparazione al concorso; direi che tutti gli insegnanti
di religione aspettano che l'impegno assunto dal Governo
con l'ordine del giorno Brignone sia attuato.
Lo Snadir come gestirà il dopo ddl sullo stato
giuridico?
E' tempo di incominciare a dare il nostro contributo per
l'elaborazione di un progetto di scuola connotato da valori
civili ed europei, dove laico non vuol dire laicista, dove
le visioni diverse siano una risorsa da offrire a tutti
gli studenti e alle loro famiglie per la costruzione di
una società multireligiosa, multiculturale, multietnica,
italiana, europea e mondiale.
Rossella Sudano