CEI: UN FONDO DI GARANZIA PER AIUTARE I POVERI
Risposte concrete di solidarietà: 500 euro al mese a chi non ha reddito
Una risposta davvero importante quella che la Conferenza Episcopale Italiana ha scelto di dare alle famiglie in difficoltà a causa della profonda crisi economica che il Paese sta vivendo. In pratica le famiglie con più di tre figli e che si trovassero senza lavoro a causa della crisi potranno accedere a una forma di sostegno promossa dalla Cei: avranno così diritto a un sussidio di 500 euro al mese per pagare l'affitto o il mutuo. I soldi saranno erogati dalle banche sotto forma di un prestito garantito da un Fondo che la Cei alimenterà con 30 milioni di euro, raccolti in una colletta nazionale. Le banche da parte loro decuplicheranno il tetto (che è di garanzia, ed è quindi infruttifero) fino a 300 milioni per far fronte ai prestiti che saranno rimborsabili in 5 anni a partire dal raggiungimento di un nuovo reddito da lavoro e con un interesse minimo concordato dalla Cei con l'Abi.
"Abbiamo calcolato - ha commentato monsignor Mariano Crociata, neo segretario generale della Cei - che in queste condizioni potranno trovarsi dalle 20 alle 30 mila famiglie. Ci si dovrà rivolgere al parroco e non ci saranno persone dedicate a questo servizio. Le famiglie che rientreranno in questi parametri (dovranno essere coppie sposate, anche se solo civilmente) saranno indirizzate alla Caritas diocesana o agli uffici delle Acli. La banca poi in 10-20 giorni inizia questo sostegno, con l'erogazione mensile della somma di 500 euro. Servirà per l'affitto o il mutuo per un anno. L'erogazione potrà essere rinnovata poi per un secondo anno e non esclude altri aiuti che la famiglia può chiedere o ricevere".
“Un aiuto importante e significativo” – ha commentato Ruscica – “che, messo a confronto con l’impegno economico del Governo verso le famiglie in difficoltà (Social Card di 40 euro a famiglia), risulta essere assai più significativo e capace di venire incontro alle reali necessità di quelle famiglie per dare loro la possibilità di risollevarsi. Un aiuto che non solo ha come obiettivo quello di ‘accompagnare’ le famiglie in difficoltà per il momento che l’economia attraversa, ma anche di offrire aperture stimolanti, in funzione di una nuova occupabilità, della mobilitazione di tutti per creare nuove opportunità di lavoro e per condividere il lavoro già esistente”.
Emanuela Benvenuti
Snadir - Professione i.r. - mercoledì 1 aprile 2009