Papa Francesco: la piazza diventa loggia delle benedizioni, una benedizione del mondo, della gente, dei credenti e dei non credenti

Papa Francesco: la piazza diventa loggia delle benedizioni, una benedizione del mondo, della gente, dei credenti e dei non credenti

 
Sotto una pioggia incessante migliaia di persone, hanno atteso, davanti alla basilica vaticana, con gli occhi rivolti al tetto della cappella Sistina, l’annuncio dell’elezione del nuovo Papa, in un clima festoso e insieme raccolto.
Da due giorni la piazza San Pietro sembrava davvero cattolica, cioè universale: tanta gente proveniente da ogni parte del mondo, giovani e anziani, cristiani e non cristiani, singoli e gruppi ciascuno con la propria bandiera… tutti raccolti nel grande abbraccio del colonnato del Bernini.
Ciascuno, sebbene in molti modi e con sensibilità diverse, consapevole di vivere un momento storico, straordinario e nuovo per la Chiesa.
Le inattese dimissioni di Benedetto XVI, all’inizio della quaresima, tempo di penitenza e conversione, sono state vissute da alcuni con una specie di sconcerto, da altri come un segno della fatica che attraversa la Chiesa in questo tempo storico e del suo bisogni di rinnovamento, dai molti come un’occasione di riflessione e di preghiera per ripensare la Chiesa.
In ogni modo l’attesa, iniziata l’11 febbraio, si  è conclusa alle 19 del 13 marzo, con la fumata bianca, che ha annunciato che il Conclave era concluso, che la Chiesa aveva il nuovo Papa.
Un’ora di attesa prima che si conoscesse il volto del nuovo Papa; la gente in Piazza ha atteso, mentre la pioggia stava cessando, segno di una Chiesa viva.
L’annuncio e l’invito alla gioia, ripetuto secondo l’antica formula tradizionale, dal Loggiato delle Benedizioni, hanno però colto tutti di sorpresa.
I giornalisti sono rimasti in silenzio, anche loro senza parole, senza trovare la scheda giusta, tra quella dei centocinquanta cardinali, per dare le prime notizie del nuovo Pontefice.
Per la prima volta, infatti, un cristiano, un cardinale proveniente dal “nuovo mondo”, o come ha detto lui stesso “dalla fine del mondo” (riferendosi alle terre argentine, che nelle sua zone più estreme arriva fino al polo sud), è eletto vescovo di Roma: Mons. Jorges Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires.
Per la prima volta nella storia è eletto un uomo formatosi nella Compagnia di Gesù, i Gesuiti.
Per la prima volta un Papa sceglie come nome quello di Francesco e immediatamente, senza conoscere le reali motivazioni, il cuore e la mente di tutti si rivolgono al piccolo grande uomo di Assisi, umile e povero fratello universale. E la memoria vola all’affresco di Giotto, che ritrae Francesco mentre sorregge la Chiesa, che rischia la rovina.
Un Papa che si chiama Francesco e che viene dal continente americano, da quel sud del mondo che vive profonde contraddizioni, ma che è ricco di risorse umane e naturali, da quell’America latina profondamente cattolica, sebbene segnata da squilibri e sfide inedite, da quell’Argentina attraversata in epoca recente a livello sociale da fasi diverse e complesse.
Gli occhi del mondo si spostano, in un attimo, dall’Europa, verso nuovi orizzonti, segno appunto di un nuovo modo di guardare al mondo, di un nuovo tempo storico, che invita a ripensare i centri e le periferie.
Per la prima volta un Papa, nella sua prima apparizione al mondo, chiede “al suo popolo” di benedirlo, prima di essere lui stesso a impartire la benedizione. Non chiede solo di pregare per lui, ma di benedirlo.
La piazza diventa loggia delle benedizioni, una benedizione del mondo, della gente, dei credenti e dei non credenti. E immediatamente quell’immensa folla esultante e chiassosa, fa silenzio, un silenzio profondo e tutti noi avvertiamo che  è un momento solenne, carico della forza profetica dello Spirito.
Il Papa Francesco è lui a inchinarsi per primo, per ricevere, anche attraverso la gente, attraverso la fede del popolo di Dio, la benedizione del Signore sul suo ministero, sulla sua persona.
Prime impressioni, piccoli segni.
E’ per ora impossibile dire di più, non solo perché conosciamo poco di Mons. Bergoglio, ma perché crediamo che lo Spirito santo, raffigurato, sulla vetrata, al centro della basilica di san Pietro, apra spazi inediti di novità per quest’uomo divenuto “Pietro” e per la Chiesa tutta.
 
Barbara Pandolfi

Snadir - Professione i.r. - 14 marzo 2013
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