La Camera approva l'emendamento Toccafondi: una risposta discriminatoria, iniqua e inefficiente al problema del precariato
L’On. Toccafondi – con Ansaldi, Librandi, D’Alessandro (Italia Viva), Di Giorgi (PD) – ha presentato l’emendamento 1-bis.202 che ha elevato al 50% la quota dei posti riservati nel concorso ordinario per gli insegnanti di religione.
Stamattina la relatrice On. Vittoria Casa (M5S) ha dato parere favorevole. Pertanto nel pomeriggio l’Aula ha approvato l’emendamento 1-bis.202 con 251 voti favorevoli e 170 contrari.
In conseguenza, il testo è stato così modificato:
Art. 1-bis (Disposizioni urgenti in materia di reclutamento del personale docente di religione cattolica)
1. Il Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca, previa specifica intesa con il Presidente della Conferenza episcopale italiana, è autorizzato a bandire entro il 2020 un concorso per la copertura dei posti per l’insegnamento della religione cattolica che si prevede saranno vacanti e disponibili negli anni scolastici dal 2020/2021 al 2022/2023.
2. Una quota, non superiore al 50 per cento, dei posti della procedura di cui al comma 1 sarà riservata al personale docente di religione cattolica in possesso dell’idoneità diocesana che ha svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione.
3. Nelle more dell’espletamento della procedura concorsuale di cui al presente articolo, continuano a essere effettuate le immissioni in ruolo dallo scorrimento delle graduatorie di merito di cui all’articolo 9, comma 1 del D.D.G. del 2 febbraio 2004, pubblicato sulla G.U. n.10 – 4° serie speciale – del 6 febbraio 2004, con cui è stato indetto un concorso riservato per esami e titoli, a posti di insegnante di religione cattolica compresi nell’ambito territoriale di ciascuna diocesi, nella scuola dell’infanzia, primaria, media e secondaria di secondo grado.
L’emendamento in sintesi
Con l’art.1-bis i parlamentari del Governo M5S, PD, Italia Viva e Leu hanno confermato l’impegno a bandire entro il 2020 un concorso ordinario per gli insegnanti precari di religione, previa specifica intesa con il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Una quota non superiore al 50% dei posti disponibili e messi a concorso sarà riservata ai docenti che abbiano già svolto almeno tre anni di servizio anche non consecutivi.
In attesa dell’espletamento della procedura concorsuale “continuano ad essere effettuate le immissioni in ruolo dallo scorrimento delle graduatorie di merito” di cui al D.D.G. 2 febbraio 2004.
Risposte discriminatorie, ingiuste e parziali per gli Idr
La politica ha dato ancora una volta risposte ingiuste e parziali, incapaci di sciogliere una volta per tutte il nodo del precariato che da anni interessa una platea di circa 15.000 docenti.
L’emendamento Toccafondi al decreto Scuola è da considerarsi iniquo e inefficiente, oltre che in palese conflitto con le finalità originarie del decreto. Tale emendamento, difatti, non risolve in alcun modo l’ingiusta condizione di precariato nella quale sono mantenuti da anni gli insegnanti di religione.
Riservare il 50% dei posti per coloro che hanno svolto 36 mesi di servizio, è un’operazione vergognosa, che non pone le basi per abolire il problema del precariato, ma solo per aggirarlo, ignorando consapevolmente che gli insegnanti di religione hanno alle spalle venti e più anni di servizio precario.
È una strada che non porta da nessuna parte. Vogliono tenerci buoni promettendoci un concorso ordinario, ma dimenticano che i precari che insegnano religione sono insegnanti uguali ai docenti di altre discipline. Non hanno bisogno di una quota riservata in un concorso ordinario, ma esigono un trattamento che si allinei ai meccanismi di assunzione in ruolo di tutto il personale precario abilitato della scuola, senza distinzioni e discriminazioni.
Anche la scelta positiva di prorogare la graduatoria del 2004 è inadeguata perché tale graduatoria sarà attiva per poche decine di posti soltanto fino alla predisposizione delle nuove graduatorie del concorso ordinario.
Nel caso in cui anche al Senato dovesse essere approvato tale illegittimo emendamento lo Snadir proporrà iniziative per la tutela dei precari, sia presso i tribunali interni che presso le corti europee per la tutela del principio di uguaglianza e non discriminazione, tutelati dalla nostra carta costituzionale, dalla carta di Nizza e dalla clausola 4 della direttiva 1999/70
Snadir - Professione i.r. – 2 dicembre 2019, h.18,45