
Azzolina: “Non si faranno concorsi per titoli”. Lo Snadir risponde.
“Chi parla di concorsi per titoli mente spudoratamente”, è quanto ha dichiarato la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ospite a "L’Intervista" di Maria Latella su Sky Tg24. Interpellata sul tema dei nuovi concorsi per gli insegnanti che potrebbero essere per titoli e non per merito, Azzolina ha replicato: “La politica deve essere credibile, a dicembre nel decreto si parlava di concorso non per titoli ma con almeno una prova”.
Le ipotesi per il rientro nel quadro dell’emergenza coronavirus – come si evince dall’intervista e dai comunicati rilasciati dal Ministero – sono ancora confuse.
Le dichiarazioni della ministra Azzolina sono uno schiaffo agli stessi insegnanti che la Ministra continua, comunque, a lodare per la loro dedizione e la loro capacità professionale.
La questione è piuttosto chiara: il covid-19 ci ha portato a una situazione di emergenza che necessita di risposte straordinarie. E così come si è reso necessario per i medici superare il requisito dell'esame di abilitazione (DPCM 17 marzo 2020 n.18) per assicurare assunzioni in tempi rapidi e senza necessità di assembramenti, allo stesso modo potrebbe essere fatto senza difficoltà con il personale docente in possesso di titoli e anni di servizio, evitando una procedura che richiede la presenza dei candidati e il loro assembramento per lo svolgimento di un concorso riservato.
Lo ribadiamo: un concorso per soli titoli per docenti che abbiano almeno trentasei mesi di sevizio è una legittima possibilità, in questo tempo emergenziale, che non sconfessa quanto deciso a dicembre scorso, ma che mostrerebbe la capacità della classe politica di affrontare con realismo la necessità di assicurare sin da settembre ai nostri ragazzi il loro diritto costituzionale alla formazione e all’istruzione.
Perché il personale docente in possesso del titolo e che ha svolto anni di servizio non può essere assunto tramite un concorso per titoli e servizi come già avvenuto nella provincia autonoma di Trento?
Sono gli stessi insegnanti dei quali la Ministra ha evidenziato la dedizione e la capacità professionale di adattarsi alle esigenze di una didattica a distanza mai sperimentata prima. Perché oggi i loro meriti, all’improvviso, scompaiono?
La richiesta di un concorso per titoli e servizi formulata dai sindacati terrebbe conto, in ogni caso, dell’esperienza già maturata sul campo in anni e anni di lavoro e rappresenterebbe un giusto riconoscimento, per questi docenti precari, delle competenze acquisite.
Per quanto riguarda le modalità di ripresa delle lezioni la Ministra riapre la nota problematica delle “classi pollaio” e confida in una riduzione del numero di alunni della scuola italiana in prosecuzione del trend di denatalità, fermi restando gli organici dei docenti.
È evidente che il rapporto alunni docenti è importante ma non sarà né sufficiente né risolutivo se non si avvierà un piano di edilizia scolastica che possa ridisegnare gli spazi della didattica in funzione degli obblighi di distanziamento, tanto più difficili se si passa dalla scuola secondaria alla primaria e, ancor più, a quella dell’infanzia.
La prospettiva di dividere la classe in due, offrendo alternativamente ai due gruppi di frequentare in presenza le lezioni e all’altra di partecipare via web significa prorogare un insegnamento di emergenza da remoto (la DaD è altro) che dovrà trovare forme di contrattualizzazione ad oggi non sussistenti
Con queste dovute precisazioni, ci auguriamo che soprattutto in questo momento di emergenza la gestione dell’istruzione e del suo personale si possa attuare con la collaborazione delle organizzazioni sindacali rappresentative, che da sempre hanno mostrato disponibilità e concretezza nel trovare soluzioni capaci di coniugare diritti e doveri dei lavoratori della scuola.
Orazio Ruscica, segretario nazionale Snadir
Snadir - Professione i.r. - 3 maggio 2020 - h.20,30