L'Irc e l’ora alternativa

L'Irc e l’ora alternativa

"In 182 classi nelle scuole di Milano nessuno si avvale dell'ora di religione". Molte testate giornalistiche a diffusione nazionale, all'inizio del nuovo anno scolastico, hanno riportato la notizia in grande evidenza. Certamente un dato del genere deve far riflettere piuttosto che compiacere, innanzitutto la società milanese, ma anche tutti coloro che hanno a cuore il destino delle giovani generazioni. Non può essere solo la Chiesa ad occuparsi del problema, come alcuni vorrebbero, ma l'intera società. Infatti un dato del genere indica una tendenza del mondo giovanile che non riguarda solo la metropoli lombarda. E' facilmente prevedibile che nell'arco di pochi anni , soprattutto nella scuola superiore, il fenomeno abbia ad estendersi nel resto della penisola.
Se guardiamo alle percentuali dei non avvalentesi negli ultimi dieci anni nella scuola superiore si è avuto un incremento del 2% circa che può essere ritenuto fisiologico. Ma se attenzioniamo i dati delle grandi città è necessario cominciare ad analizzare il problema con la dovuta cura. E'indubbio che la scelta l'Irc coinvolge la coscienza di ogni alunno e della rispettiva famiglia per cui ci si può ritenere abbastanza soddisfatti per le alte percentuali che ancora si registrano fra gli avvalentesi.
Se andiamo,poi, ad analizzare il problema da un'altra angolatura ci si accorge che chi non si avvale dell'Irc la fa per motivazioni meno nobili, ma sicuramente plausibili. I quotidiani nel dare risalto al dato clamoroso dei non avvalentesi a Milano hanno dimenticato di evidenziare che la scelta dell'Irc è in alternativa al nulla . Un adolescente stante la situazione attuale si trova a scegliere tra l'Irc e l'ora d'aria considerando che sono pochi coloro che scelgono di avvalersi delle altre opportunità previste: studio individuale, studio assistito, materia alternativa. Data tale condizione, onore e merito a tutti gli adolescenti d'Italia per il senso di responsabilità che hanno dimostrato e continuano a dimostrare. Infatti i dati dell'anno scolastico 2003/2004 dicono che alle Medie Superiori si sono avvalsi dell'Irc l'86,5% degli alunni.
E' necessario , però, riaprire un dibattito su come la scuola italiana gestisce ed intende gestire nel futuro l'Irc anche a seguito del processo riformatore in corso. Se la scuola è un momento educativo è mai possibile che possa proporre una disciplina di studio in alternativa al nulla? Che tipo di messaggio si intende dare alle giovani generazioni ponendo l'ora di religione in alternativa all'ora d'aria e al bighellonare? Si, proprio così! Quando c'è l'ora di religione i non avvalentesi molte volte dicono: andiamo a bighellonare. Non è forse giunto il momento di pensare seriamente all'opportunità della materia alternativa, lasciata cadere nel dimenticatoio troppo presto e facilmente?
Dopo aver dato una soluzione allo stato giuridico dei docenti di religione, è venuto il momento di affrontare altri problemi che riguardano l'Irc e fra questi c'è sicuramente la necessità di ripensare la collocazione di tale insegnamento nella scuola riformata ovviando ai limiti riscontrati nel recente passato e alla loro ricaduta negativa dal punto di vista educativo.

Salvatore Modica

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