
lunedì 19 marzo 2012
19 marzo: la scuola campana “ricorda” don Peppe Diana.
«Per amore del mio popolo non tacerò» era il titolo di una lettera che, nel Natale del 1991, Don Peppe Diana diffuse in tutte le parrocchie
Nel 1994 nessuno conosceva la “terra di Gomorra” e pochi sapevano di cosa si occupasse il Processo Spartacus e quale fosse il dramma della camorra vissuto in quei territori della Campania.
Don Peppe Diana era tra quelli che avevano scelto di non tacere e intese coniugare il messaggio evangelico con l’impegno civile per la legalità.
«Per amore del mio popolo non tacerò» era il titolo di una lettera che, nel Natale del 1991, Don Peppe Diana diffuse in tutte le parrocchie di Casal di Principe: era il messaggio di un prete che voleva opporsi alla violenza e alle situazioni di emarginazione, povertà e degrado morale che essa determinava.
Un documento profetico, ancora oggi attuale nell’invito alla mobilitazione di ogni cittadino che ha a cuore il proprio territorio.
Anni dopo, con la pubblicazione del libro di Roberto Saviano (è dedicato a Don Peppe Diana un capitolo di Gomorra), le parole del parroco della chiesetta di San Nicola si rivelarono in tutta la loro coraggiosa denuncia.
La camorra decise di spegnere la vita e la voce di don Peppe Diana nel giorno in cui ricorreva il suo onomastico: era il 19 marzo del 1994, si accingeva a celebrare la messa del mattino quando il killer entrò nella sacrestia e lo uccise.
Scoprimmo che anche nella Chiesa (come già nella magistratura) esistevano uomini soli che non si sottraevano alla lotta contro il «male» e che una società distratta li aveva abbandonati a se stessi.
Il 19 marzo la Scuola, in Campania, ricorda don Peppe Diana, tutte le vittime della mafia e quelle sacrificatesi per il valore della legalità.
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