giovedì 28 gennaio 2016

COMPETENZE DEL DOCENTE IRC NELLA SCUOLA

 E’ indubbio che le competenze richieste a un docente nella scuola moderna siano sempre più impegnative, complesse e varie: disciplinari, strumentali, metodologiche, didattiche, psicopedagogiche, valutative, relazionali, comunicative, organizzative e tecnologiche.

di Gloria Farisé

(Dirigente Scolastico, Liceo Linguistico di Stato "G. Falcone" di Bergamo)


di Gloria Farisé

Dirigente Scolastico

Liceo Linguistico di Stato "G. Falcone" - Bergamo

I Parte

 E’ indubbio che le competenze richieste a un docente nella scuola moderna siano sempre più impegnative, complesse e varie: disciplinari, strumentali, metodologiche, didattiche, psicopedagogiche, valutative, relazionali, comunicative, organizzative e tecnologiche.

Tali competenze sono, a maggior ragione, richieste al docente di religione cattolica, poiché -per usare un’espressione del Papa Emerito Benedetto XVI- la sua disciplina può essere definita un “laboratorio di cultura e di umanità in un contesto multireligioso”.

Ecco allora che gli sono richieste anche doti di relazione col territorio, anzi una grande sinergia sul territorio, in quanto egli diventa un “costruttore di ponti”. E’ cambiata, infatti, la proposta dell’insegnamento dell’IRC: non è una lezione di catechismo, bensì un’introduzione a valori fondanti della nostra realtà culturale, che trovano la propria radice nel Cristianesimo.

Gli studenti, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado, sono persone in via di maturazione. Essi pertanto hanno bisogno di compiere un percorso di confronto con un quadro di valori che ne favorisca una crescita organica e strutturata, nella quale l’IRC svolge una funzione di sostegno; un confronto aperto e costruttivo, per promuovere una profonda e individuale libertà di coscienza, in vista di scelte responsabili e consapevoli.

La specificità dell’insegnamento dell’IRC, tuttavia, non elimina la sua natura di disciplina scolastica: l’alunno, sostenuto da una guida autorevole, da un testimone di fede, è protagonista della propria formazione e al centro dell’azione didattica.

L’approccio classico del sapere trasmissivo-recettivo oggi non risulta più essere significativo: in una didattica per competenze l’insegnante deve attivare un percorso di ricerca che arrivi ai contenuti disciplinari coinvolgendo laboriosamente gli studenti: il punto di partenza è l’individuazione di una domanda/problema reale, che motiverà il processo stesso e avrà di conseguenza una ricaduta in termini di significatività educativo-esistenziale.

In tal modo il docente sarà maestro e l’insegnamento non sarà ridotto ad un’arida comunicazione di contenuti.

Non si tratta di trasferire conoscenze, nel senso di riempire vasi, ma di fare in modo che alcune conoscenze apprese risultino significative sul piano formativo, in ordine alla maturazione personale.

 

La sfida è certamente ardua, ma coinvolgente e trasversale a tutte le discipline: non si tratta sic et simpliciter di informazione, ma di un impegno immensamente più grande: la formazione dei nostri giovani, futuro capitale umano del nostro Paese.



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