mercoledì 21 dicembre 2016

2017 NUOVI TITOLI E... NUOVO CONCORSO?

Il DPR 175/2012,recepisce l’Intesa tra CEI e MIUR e al punto 4.1. stabilisce con chiarezza i nuovi titoli per insegnare Religione Cattolica. Dall’Intesa ad oggi sono trascorsi cinque lunghi anni, nei quali i colleghi di religione hanno potuto regolarizzare e validare il proprio curriculum di studi. di Giuseppe Favilla 


 di Giuseppe Favilla

Segretario Regionale

Il DPR 175/2012,recepisce l’Intesa tra CEI e MIUR e al punto 4.1. stabilisce con chiarezza i nuovi titoli per insegnare Religione Cattolica. Dall’Intesa ad oggi sono trascorsi cinque lunghi anni, nei quali i colleghi di religione hanno potuto regolarizzare e validare il proprio curriculum di studi.

La precedente Intesa, recepita con DPR 751/1985, stabiliva che a far data del 1 settembre 1990 i titoli validi per espletare l’IRC nella scuola fossero: il diploma magistrale (con la frequenza dell’IRC); il diploma di scienze religiose per la scuola primaria, mentre nella secondaria di primo e secondo grado, ma per essere più esatti in ogni ordine e grado di scuola, i titoli utili erano il magistero in scienze religiose, il diploma di scienze religiose unito a qualsiasi altra laurea, il baccalaureato, la licenza e il dottorato in Teologia, questi titoli mantengono il loro valore anche nel DPR 175/2012 se coloro i quali ne sono in possesso abbiano impartito almeno un anno di insegnamento nel decennio 2007/2017 (31.08.2017). Mentre il loro conseguimento doveva avvenire entro l’anno accademico 2013/2014.

I nuovi titoli per impartire l’IRC, hanno valore a partire dal DPR 175/2012, ricordiamo che sono: la laurea magistrale in scienze religiose, indirizzo didattico-pedagogico; il baccalaureato, la licenza e il dottorato in teologia, con integrazione nel curriculum di studi di discipline didattico-pedagogiche.

Per i docenti su posto comune, invece, è cambiata la modalità del rilascio della idoneità, infatti non  è solo necessaria la disponibilità ad impartire l’IRC e seguire i corsi proposti dalle singole diocesi, ma per i nuovi docenti sarà necessario il conseguimento di un master di II livello in didattica dell’IRC, percorso che può essere seguito solo da chi è in possesso, per esempio, della laurea magistrale in scienze della formazione primaria, titolo utile e abilitante a partire dal 2002/2003 per accedere all’insegnamento su posto comune dell’infanzia e della primaria.

I vecchi titoli validati e i nuovi titoli saranno, insieme all’idoneità rilasciata a norma del can. 804 e della delibera CEI  n.41 del 1990, i requisiti base per accedere al futuro concorso che anche dalla CEI, tramite il direttore del Servizio Nazionale per l’IRC, don Daniele Saottini, nei recenti interventi nelle varie diocesi, arrivano proposte concrete affinché il bando possa essere indetto nei prossimi mesi, comunque prima della conclusione dell’anno scolastico 2016/2017.

Lo Snadir fin dal 2007, ai tempi del ministro Giuseppe Fioroni, per 9 lunghi anni ha tessuto relazioni ad ogni livello, soprattutto politico, e da maggio 2015 sta lavorando concretamente con referenti tecnici e politici del MIUR, affinché sia data risposta al precariato degli insegnanti di religione.  Oltre un anno che ha portato alla manifestazione davanti al MIUR lo scorso 21 giugno con circa 700 docenti provenienti da tutta Italia.

Lo SNADIR, è l’unico sindacato che da anni chiede l’attuazione della 186/2003 relativamente i concorsi almeno a copertura del 70%, anche se come sindacato continueremo a ritenere necessaria la modifica dell’art.2 comma 1 – dal 70 al 100% - Possiamo affermare, che le buone relazioni, gli incontri sia con la CEI che con i rappresentanti politici del governo stanno portando frutti. Naturalmente ciò non è a caso, infatti la legge 107/2015, al comma 131, pone un limite temporale per i contratti a termine, e nonostante l’Incaricato Annuale gode, come dicevo in un articolo del mese di giugno, “di un paracadute giuridico ibrido”, di fatto firma dei contratti a termine che per natura, seppur con benefici economici, non si distanzia molto da qualsiasi altro contratto a termine di docenti su posto comune. Il governo deve dare subito delle risposte concrete e non può creare ulteriori divisioni nel comparto scuola tra docenti, a maggior ragione per il fatto che non si è mai appellato, né nel bene, né nel male, né nell’includere, né nell’escludere a quei docenti assunti ex DPR 125/1985 e successiva legislazione e Contratti Collettivi Nazionali. La prima risposta dunque da parte del Governo,  dovrà essere il concorso ordinario (di fatto) il primo, poiché l’unico concorso del 2004, si trattava di un concorso  con sbarramento, cioè si poteva accedere se in possesso di almeno quattro anni di insegnamento con almeno metà della cattedra nell’ordine di scuola per cui si concorreva, svolto sempre con titolo di studio idoneo. Facile capire che il prossimo sarà aperto a tutti i docenti, sia coloro i quali nel 2004 non avevano i requisiti temporali e di cattedra, sia a chi nel presente anno scolastico è in possesso dei nuovi e vecchi titoli validati in possesso di idoneità rilasciata dall’ordinario diocesano.

 La questione dell’idoneità non è di competenza sindacale, pertanto non mi dilungo, ma è giusto ribadire che il possesso del semplice titolo, anche se adeguato, non permette da solo l’accesso al concorso.  Infatti, in virtù di una “vecchia” sentenza del Consiglio di Stato del 1958 (l’unica e ultima in ordine temporale) l’idoneità rilasciata dall’ordinario diocesano equivale all’abilitazione come quella dei docenti su posto comune, ma su questo punto sono chiamati la CEI e i vari ordinari diocesani nel dare risposte.

Lo SNADIR è pronto a sostenere tutti i docenti di religione; sostenere ed accompagnare, certi che il futuro di ogni docente, di ogni lavoratore, di ogni uomo e donna, impegnato nella scuola per l’insegnamento della Religione Cattolica, deve essere sicuro, sereno… bello!

 

Auguri di un sereno Natale



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