L'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA OGGI IN ITALIA. Cultura, percorsi educativi e affermazione di una forte identità

 L'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA OGGI IN ITALIA

Cultura, percorsi educativi e affermazione di una forte identità
 
 
 
 
L'insegnamento della religione cattolica oggi impartito nelle scuole italiane è di derivazione concordataria, come in tutti i paesi a maggioranza cattolica.
L’insegnamento della religione cattolica è legittimato nelle scuole della Repubblica italiana a seguito delle nuove motivazioni dichiarate all’art.9, numero 2 della legge 121/1985. Questi dati significativi sono riassumibili nel riconoscimento del valore della cultura religiosa, nella considerazione che i principi del Cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano e nell’inserimento dell’insegnamento della religione cattolica nel quadro delle finalità della scuola.  Queste motivazioni sono – afferma la Corte Costituzionale (sentenza n.203 del 1989) – coerenti con la forma di Stato laico della Repubblica italiana. Inoltre è necessario tener presente che la Corte Costituzionale ha affermato (sent. 203/1989) e più volte ribadito (sent. 13/1991; sent. 290/1992) che l’insegnamento della religione cattolica è inserito nel quadro delle finalità della scuola ed ha pari dignità culturale delle altre discipline.
Sin dal 1985 l’insegnamento della religione cattolica ha sempre dimostrato una particolare sensibilità nell’adeguarsi sempre meglio alle finalità della scuola. Nel 1987 furono pubblicati i nuovi programmi per l’insegnamento della religione cattolica per la scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di 1° e 2° grado. Negli anni seguenti ai vari tentativi di riforma della scuola che si sono avvicendati (Berliguer, Moratti, Fioroni), si sono registrate altrettante attività di sperimentazione nazionale dell’insegnamento della religione.
Nel dicembre del 2006 il Parlamento e il Consiglio europeo hanno approvato le Raccomandazioni per indicare ai Paesi dell’Unione europea la necessità di “rafforzare l’efficacia e la qualità dei sistemi” di istruzione e formazione, attraverso lo sviluppo delle competenze chiave.  Il 4 settembre 2007 il ministro dell’istruzione Fioroni presentò le nuove “Indicazioni nazionali” per tutte le discipline del curricolo scolastico.
Il 7 maggio 2010 fu firmato il DPR (Decreto presidente della repubblica) con il quale si approvano e si trasmettono  i “Traguardi per lo sviluppo delle competenze e obiettivi di apprendimento della religione cattolica per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione” e nell’agosto 2010 il Miur invitò ad adottare a titolo provvisorio dall’a.s. 2010/2011 le “Indicazioni nazionali per l’insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo di istruzione”.
Ovviamente i nuovi “Traguardi” per l’insegnamento della religione hanno dovuto rimodularsi, tenendo presente che le Indicazioni per il curricolo  puntano molto sullo sviluppo delle competenze piuttosto che sull’acquisizione delle conoscenze.
Quindi, avendo definito “I traguardi per l’insegnamento della religione” cosa insegnare, si deve riflettere come meglio organizzare l’apprendimento per far sì che i nostri ragazzi raggiungano risultati eccellenti. Pertanto, sarà compito degli insegnanti predisporre percorsi di apprendimento significativi, organizzare “compiti che richiedono l’uso di competenze personali, di apprendimento e di ragionamento”[1].
Ma nell’allestimento di questi percorsi di apprendimento un buon docente non può non  tener conto della relazione educativa con i propri alunni; in questa relazione l’insegnante deve essere aperto al dialogo, alla reciprocità e all’integrazione comunicativa.
Ed ecco, oggi, la vera risposta alle nuove sfide della società consiste nel predisporre percorsi formativi motivanti, dove l’attenzione alla relazione educativa permetta di accogliere il volto di ogni nostro studente, e dove il percorso educativo consenta ai giovani di coltivare la giustizia, attuare il bene, amare la verità; insomma a vivere una vita autentica.
La collocazione dell’insegnamento della religione cattolica nell’ambito culturale con una forte valenza scolastica, ha avuto da parte degli studenti un apprezzamento notevole; infatti, oggi, ben l’89,8% degli studenti italiani sceglie di frequentare insegnamento della religione cattolica.
Altre questioni importanti sono state affrontate con successo dagli insegnanti di religione cattolica. Il Tar Lazio e il Consiglio di Stato hanno definitivamente affermato il carattere "determinante" del voto degli Insegnanti di religione cattolica -  in sede di scrutinio finale -   ai fini dell'ammissione alla classe successiva, ed il diritto degli stessi a partecipare all'attribuzione del credito scolastico. In questi ricorsi lo SNADIR, costituendosi in difesa dell’insegnamento della religione e degli insegnanti di religione, ha  svolto – come si legge nella sentenza del Tar Lazio - “argomentate considerazioni”.
Diversa – rispetto all’insegnamento della religione cattolica – è la questione riguardante il Crocifisso. A Strasburgo la “Grande Chambre” ha assolto l’Italia dall’accusa di violazione dei diritti umani per l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. Il simbolo del crocifisso, essendo collocato in un contesto di libertà democratica, rappresenta l’invito quotidiano a riportare alla memoria la propria identità e le proprie radici. “Il crocifisso non è solo un oggetto di culto, ma un simbolo capace di esprimere valori che appartengono alla comunità civile, oltre che a quella religiosa, come ad esempio la valorizzazione della persona, la tolleranza, il rispetto reciproco” (Consiglio di Stato, sent. n.556/2006).
 
Orazio Ruscica
 
 
 

[1] Sue Horner, Direttrice del Curriculum presso la Qualifications and Curriculum Development Agency (UK) in L’integrazione tra conoscenze e competenze, Treellle, seminario n.12, aprile 2010, pag. 35
 
Snadir - professione i.r. - 4 luglio 2012
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