L’interrogazione del M5S riapre una inutile polemica nella scuola. L’Irc è coerente con la laicità dello Stato Repubblicano e ha da sempre a cuore la formazione alla pace e al dialogo dei nostri studenti.

L’interrogazione del M5S riapre una inutile polemica nella scuola

L’Irc è coerente con la laicità dello Stato Repubblicano e ha da sempre a cuore la formazione alla pace e al dialogo dei nostri studenti

 

Eccoci di nuovo con il tormentone: “togliamo l’ora di religione a scuola”. Questa volta sono i deputati del Movimento 5 stelle, On.li Vega Colonnese, Silvia Giordano e Roberto Fico, che chiedono alla neo ministra se non ritenga opportuno abolire l’ora di religione sostituendola con altro.
La sentenza n. 203/1989 della Corte Costituzionale citata, elevando a principio supremo dell'ordinamento costituzionale il principio di laicità, afferma con forza che le motivazioni che giustificano l’insegnamento della religione cattolica a scuola sono coerenti con la forma di Stato laico della Repubblica italiana. La Corte costituzionale è intervenuta più volte (sent. 203/1989; sent. 13/1991; sent. 290/1992) per ribadire che l’insegnamento della religione cattolica è legittimato nelle scuole della Repubblica italiana a seguito delle nuove motivazioni dichiarate all’art.9, numero 2 delle legge 121/1985 (riassumibili nel riconoscimento del valore della cultura religiosa, nella considerazione che i principi del Cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano e nell’inserimento dell’insegnamento della religione cattolica nel quadro delle finalità della scuola).
Inoltre, gli onorevoli del NON partito evidenziano anche una NON preparazione a riguardo: occorre ricordare ai Parlamentari che l’insegnamento della religione cattolica “mira ad arricchire la formazione globale della persona (…) in vista di un efficace inserimento nel mondo civile, professionale e universitario”, “offre contenuti e strumenti che aiutano lo studente a decifrare il contesto storico, culturale e umano della società italiana ed europea, per una partecipazione attiva e responsabile alla costruzione della convivenza umana”. L’insegnamento della religione “offre contenuti e strumenti per una riflessione sistematica sulla complessità dell'esistenza umana nel confronto aperto fra cristianesimo e altre religioni, fra cristianesimo e altri sistemi di significato”, “promuove tra gli studenti la partecipazione ad un dialogo autentico e costruttivo, educando all'esercizio della libertà in una prospettiva di giustizia e di pace”.
Insomma, l’insegnamento della religione cattolica offre agli studenti – sin dai primi programmi del 1987 ad oggi -  l’opportunità di “incontrare culturalmente testi, documenti, tradizioni, testimonianze e contenuti che costituiscono l’universo religioso”. L’insegnamento della religione cattolica ha avuto da sempre a cuore la formazione alla pace e al dialogo dei nostri studenti; perché siamo convinti che la conoscenza della cultura religiosa permetta  alle donne e agli uomini di praticare la stima e il rispetto  reciproci .
In questa nuova visione appare chiaro che la questione fondamentale non è attivare “lo studio delle religioni nella loro oggettiva essenza” in opposizione ad un insegnamento della religione cattolica, motivato fondamentalmente da una visione laicista che esclude il ruolo che “le tradizioni e le comunità religiose possono svolgere nella società civile”, ma di offrire anche agli studenti che non si avvalgono un insegnamento altrettanto qualificato quanto quello della religione cattolica.
Insomma, i Parlamentari del NON-partito M5S,  dovrebbero preoccuparsi di quella falsa alternativa all’insegnamento della religione  che si è tradotta in una “orrenda negazione della didattica”: l’uscita anticipata da scuola.
Ci saremmo aspettati, infine, ben altre sollecitazioni da chi dice di voler offrire una risposta ai problemi della scuola e degli insegnanti. Il personale della scuola è ancora in attesa di risposte sul tema del rinnovo contrattuale, sul blocco degli scatti stipendiali, sulla sicurezza degli edifici scolastici, sulla stabilizzazione del precariato (categoria nella quale sono ben rappresentati  anche i docenti di religione).
 
Orazio Ruscica
 
 

 

 
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