La blogger Boscaino inciampa nuovamente nella disinformazione sull’insegnamento della religione

La blogger Boscaino inciampa nuovamente nella disinformazione sull’insegnamento della religione

 
 
La blogger Boscaino, che è anche docente e giornalista, non è nuova a cimentarsi nella questione dell’insegnamento della religione cattolica e dei suoi insegnanti. Già nel 2010 in un articolo pubblicato su http://antefatto.ilcannocchiale.it/  aveva provato ad alterare la verità dei fatti sulla questione della valutazione dell’insegnamento della religione cattolica nel credito scolastico.  Qualche giorno fa sul sito de "La Ricerca" della Loescher  (http://www.laricerca.loescher.itè ritornata con insistenza sulla questione dichiarando di nuovo il falso. Scrive la Boscaino: “nel 2008 siamo riusciti a scongiurare (…) che fosse dichiarato illegittimo il fatto che l’ordinanza ministeriale sui crediti per l’esame di Stato prevedesse il riconoscimento a pieno titolo dell’attribuzione del credito scolastico da parte del docente di religione cattolica e di attività alternativa. Fu stabilito da allora in poi che il voto IRC non determinasse il passaggio da una fascia all’altra del credito scolastico, ma potesse intervenire solo nella determinazione della banda di oscillazione all’interno della stessa fascia”. Come si riesca a scrivere in poche battute tante falsità è davvero stupefacente. Il voto dell’insegnante di religione, non essendo un voto numerico, non può concorrere a determinare il passaggio da una fascia all’altra. Il DPR 23/7/1998 n.323, il decreto ministeriale n.42 del 22 maggio 2007 e il decreto ministeriale n.99 del 16 dicembre 2009 - attualmente in vigore - hanno sempre statuito che la determinazione della fascia per l’attribuzione del credito fosse individuata  dalla media dei voti, tant’è che i docenti venivano invitati ad utilizzare “l’intera scala decimale di valutazione” per attribuire il voto finale in ciascuna disciplina. Invece, nell’attribuzione del punteggio all’interno della banda di oscillazione l’insegnamento della religione e l’attività alternativa hanno diritto ad essere valutati per il semplice motivo che gli studenti che hanno scelto di avvalersi della religione  - oppure che hanno scelto di frequentare la materia alternativa -  hanno diritto a vedersi riconosciuto il profitto con cui hanno studiato tali discipline.
La verità è che il ricorso promosso dall’associazione presieduta dalla Boscaino era finalizzato a premiare il disimpegno scolastico! In concreto: siccome a chi lavora di più è riconosciuto un ulteriore elemento di valutazione rispetto a chi lavora di meno, togliamo agli studenti che lavorano di più il giusto riconoscimento dell'impegno e del profitto derivante dalla frequenza di una ulteriore disciplina scolastica!
Il Tar Lazio nel 2000, il Consiglio di Stato nel 2007 ed, infine, il Tar Lazio nel novembre 2010, definendo le motivazioni sostenute dai ricorrenti prove di ‘sufficiente consistenza’, hanno ribadito il diritto del docente di religione e della materia alternativa di concorrere a pieno diritto alla determinazione del credito scolastico. In quanto chi lavora, chi si impegna a frequentare un’ulteriore disciplina scolastica deve vedersi riconosciuto il diritto alla valutazione dell’interesse e del profitto che ne consegue; certamente non può essere valutata l’uscita da scuola, cioè non può essere premiata la decisione di chi ha scelto di impegnarsi per un tempo scolastico minore.
Il tentativo, inoltre, di dimostrare che i tagli di questi anni al personale della scuola non hanno riguardato i docenti di religione, si rileva una frase simile a quelle dette dall’ex ministro Gelmini. Ad ogni modo, la Boscaino dovrebbe certamente sapere che, essendo aumentato il rapporto alunni/classi, sono diminuite le classi; ciò vuol dire che sono diminuite le cattedre di religione  - negli anni dei famosi tagli - di circa 900/1.200 posti. Per la precisione i docenti di ruolo di religione nell’a.s. 2011/2012 erano 13.289, rispetto ai 15.366 immessi in ruolo nel triennio 2005/2007. Se poi la Boscaino avesse il piacere di diminuire l’unica ora settimanale  di religione nella secondaria a 30 minuti, può stare serena; il  fatto che l’insegnamento della religione è “assicurato” da un accordo concordatario mette sicuramente al riparo le ore di religione e i suoi docenti  da eventuali “strategie economiche” dei vari Governi succedutisi in questi ultimi anni.
Infine, la Boscaino mostra davvero l’apice del suo maldestro tentativo di screditare l’insegnamento della religione nella nostra Repubblica affermando che nel resto dell’Europa “le retribuzioni degli addetti all’insegnamento sono in capo agli organi ecclesiastici”. Evidentemente conosce poco l’ambito europeo; noi che siamo presenti e ci confrontiamo sistematicamente con i colleghi che insegnano religione negli altri Paesi europei (http://www.eftre.net/ ) possiamo affermare con certezza e senza ombra di smentita che la retribuzione dei docenti di religione anche nel resto d’Europa è di competenza statale.
Nonostante il tentativo apprezzabile della Boscaino di cercare di capire meglio il quadro dell’insegnamento della religione in Italia e nel resto d’Europa, riteniamo esso sia poco realistico e pieno di inesattezze. Siamo fiduciosi che avrà tempo  per rimediare alle inesattezze, magari con un corso di recupero estivo!
 
Orazio Ruscica
 
Snadir - Professione i.r. - 11 giugno 2014
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