Lo Snadir in piazza per continuare la sua battaglia assieme alle altre forze sindacali. Maxiemendamento DDL scuola: ignorate le richieste dei docenti di religione

Lo Snadir in piazza per continuare la sua battaglia assieme alle altre forze sindacali

Maxiemendamento DDL scuola: ignorate le richieste dei docenti di religione
 
 
Le lotte e le proposte unitarie di questi mesi, condotte da insegnanti, personale ATA, studenti e genitori, hanno bocciato la cosiddetta buona scuola del governo Renzi. Di fronte ad una opposizione ampia, articolata e radicata in tutto il Paese, Renzi e la sua maggioranza hanno rifiutato qualsiasi confronto e usato l’arma del ricatto per zittire anche le posizioni divergenti presenti nel loro schieramento.
Il maxiemendamento presentato ieri, oltre che confermare una riforma dannosa e incostituzionale, continua ad ignorare le legittime richieste dei docenti di religione. Non includere gli insegnanti di religione nel piano di assunzione previsto per altri docenti e non aver inserito l’insegnamento della religione nell’organico dell’autonomia equivale a ritenere tale insegnamento un fattore soltanto aggiuntivo al funzionamento delle istituzioni scolastiche. Il ministro Giannini non ha saputo offrire neppure una vaga motivazione a queste nostre richieste.
Lo Snadir continua il suo impegno per una scuola democratica e innovativa. Ieri ha partecipato con una propria delegazione alla manifestazione in piazza delle Cinque Lune a Roma (a pochi metri dal Senato) e continuerà a manifestare assieme alle altre forze sindacali che lottano una scuola  di tutti e per tutti. La scuola non può essere proprietà di un partito, né  tantomeno privatistica con stipendi ormai bloccati da anni a causa del mancato rinnovo contrattuale e del blocco degli scatti stipendiali; con la prospettiva per i nuovi assunti dio essere retribuiti con stipendi da apprendistato.
Il voto di fiducia, che il Governo intende porre sul ddl scuola nei prossimi giorni, rappresenta a nostro avviso - il tentativo di un colpo di mano, un atto di inaudita violenza istituzionale, perché priverebbe il Senato del diritto di legittimamente emendare il disegno di legge.

Orazio Ruscica
 
 
 
Snadir - Professione i.r. - 24 giugno 2015

 

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