MOLTE INCOGNITE GRAVANO SULL’INTESA GOVERNO-SINDACATI PER L’AUMENTO RETRIBUTIVO NEL PUBBLICO IMPIEGO

MOLTE INCOGNITE GRAVANO SULL’INTESA GOVERNO-SINDACATI PER  L’AUMENTO RETRIBUTIVO NEL PUBBLICO IMPIEGO

 
I sindacati confederali e il ministro Madia, negli scorsi giorni, hanno raggiunto un accordo politico per il rinnovo del contratto del pubblico impiego. Tuttavia, prima di giungere ad un vero e proprio accordo contrattuale, al momento lontano, le parti si dovranno confrontare ancora per diverso tempo.
Nello specifico, l’elemento di maggior risalto, dato soprattutto dai mass media, è quello inerente gli aumenti retributivi. A tal proposito, è bene ricordare che dalle risorse finanziarie, fissate dalle leggi di Stabilità 2016 e 2017 (1 miliardo e 250 milioni di euro), ne deriva una disponibilità economica di appena circa 30 euro lordi pro capite. Inoltre, al momento, non sembrano garantite neppure le risorse per raggiungere gli 85 euro medi lordi per ogni lavoratore.
In ultimo, per quanto riguarda il rinnovo del contratto della scuola, ancora fermo al quadriennio 2006-2009, il raggiungimento di un accordo serio presenta una serie di ostacoli di difficile superamento, specialmente per la parte normativa,  a causa di norme contrattuali attualmente in contrasto con la legislazione emanata nel periodo successivo.
Un impegno politico, insomma, che si configura come una cambiale in bianco in quanto gli 85 euro saranno a regime soltanto alla fine del triennio 2016/2018. Per adesso si avranno soltanto 30 euro mensili, gli altri 55 euro – cioè circa 55 miliardi -  il Governo li dovrà recuperare probabilmente con la prossima manovra finanziaria del 2018.
 
 
Snadir - Professione i.r. - 2 dicembre 2016, h.19,45
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