Come cambia l’ora di religione: un compromesso che mette tutti d’accordo (o quasi)

La Commissione speciale scolastica del Gran Consiglio ticinese, riunitasi il 14 maggio 2018 a Bellinzona, ha firmato il rapporto dei relatori Giorgio Fonio, Michele Guerra e Alessandro Cedraschi, come si legge sul Messaggio n. 7504 del 7 marzo 2018 (Modifica dell’art. 23 della Legge della scuola del 1° febbraio 1990 - Introduzione del corso di storia delle religioni alla scuola media).

 
L’accordo raggiunto lo scorso novembre in materia di insegnamento religioso, ha trovato conferma nel rapporto, prevedendo che il corso d’istruzione religiosa di un’ora settimanale resti in vigore alle condizioni attuali (facoltativo e limitato alle religioni cattolica ed evangelica) per i primi tre anni delle medie, per essere poi sostituito in “quarta" da un insegnamento di “storia delle religioni”, gestito dallo Stato come corso ordinario e obbligatorio per tutti, per un totale complessivo di 36 ore di lezione.
 
Se l’iter parlamentare non dovesse incontrare ostacoli, la nuova Legge sulla scuola media sarà effettiva dall’anno scolastico 2019-2020.
 
Sul tavolo del dibattito c’erano tre proposte:
  1. quella mista, che diceva di rendere obbligatoria l’ora di religione in terza e quarta media, lasciando però libertà di scelta: se seguire l’offerta data dalle Chiese oppure la storia delle religioni, coordinata dal Cantone;
  2. la via del doppio binario che metteva in orario solo la storia delle religioni, lasciando alle Chiese – a loro spese e a loro carico – lo svolgimento dell’ora di religione fuori dagli orari scolastici.
  3. Di fronte a queste due proposte che non trovavano l’assenso del Dipartimento, il consigliere di Stato Manuele Bertoli ha proposto di fare un’alternanza. E cioè: una settimana l’ora facoltativa della religione gestita dalle Chiese (dunque per quegli studenti che volevano seguirla); poi, la settimana dopo, l’ora obbligatoria – quindi per tutti – di storia delle religioni. 
Partendo da questa suggestione del consigliere di Stato, si è passati ad un nuovo scenario, decisamente inedito.
In buona sostanza: si rinuncia all’insegnamento della religione in quarta media, lasciando che tutti gli studenti seguano poi un corso obbligatorio sulle religioni nel mondo, la loro geografia, i contenuti di ciascuna fede.
Questo sarebbe un modo per consentire a tutti di uscire dalla quarta media con una formazione generale su questo tema.
 
Un compromesso, quello tra Stato e Chiesa, che non ci convince pienamente. Infatti, da una parte la scelta non fa altro che ribadire un concetto che lo Snadir porta avanti da sempre: l’insegnamento della religione a scuola, così com’è strutturato, è importante perché ha fondamenti culturali, contenuti e principi che appartengono al patrimonio storico di un popolo. E anche chi sceglie di non avvalersi dell’ora di religione avrebbe diritto a un insegnamento similare, che lo metta al corrente delle tradizioni religiose del patrimonio culturale di cui esse sono mediatrici.
Anche per questo motivo, ci siamo sempre battuti affinché l'insegnamento delle attività alternative costituisse un servizio strutturale obbligatorio con attività didattiche e formative tese a offrire agli studenti contenuti e strumenti per una lettura critica del mondo.
 
Dall’altra, non riteniamo rispettosa del carattere scolastico dell’insegnamento della religione la scelta di far subentrare in quarta media un’ora di storia delle religioni all’ora di religione tradizionale. Ci sembra un po’ di rivedere l’idea simil-gentiliana dove la teorica superiorità dell’insegnamento storico-filosofico sostituisce nelle classi superiori l’insegnamento della religione offerto dalle Chiese.
Ci saremmo aspettati, invece, in forza della legittimità culturale dell’insegnamento scolastico della religione, l’obbligatorietà di tale insegnamento oppure una proposta mista che lasciasse la libertà di scegliere tra l’insegnamento della religione confessionale e quello di “storia delle religioni”.
 
È bene però, sulla scia del compromesso ticinese, non dimenticare o sottovalutare il valore di tale insegnamento che, al pari delle altre discipline, offre ai nostri ragazzi le premesse per un accrescimento consapevole del proprio bagaglio culturale, ideologico e sociale, nel rispetto e nella valorizzazione delle differenti opzioni di vita.
 
Orazio Ruscica
 
Snadir - Professione i.r. - 16 maggio 2018, h.19,10
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