LIMPEGNO CHE RIPAGA
di Guido Brignone *
Ho tirato un respiro di sollievo quando a Seattle il Console
Generale d'Italia a San Francisco mi ha portato, con la
rassegna stampa appena giunta, la notizia della definitiva
approvazione del disegno di legge concernente lo stato giuridico
degli insegnanti di religione cattolica. In quel momento
mi trovavo nella sede della Microsoft con una delegazione
della 7a Commissione del Senato per un'indagine conoscitiva
sulla ricerca scientifica, essendo anche relatore di una
proposta di legge in merito.
Sen. Guido Brignone,
relatoredel DdL in Senato nella XIII e XIV Legislatura
|
A tanta distanza da Roma ho anche ricevuto congratulazioni
che mi hanno ripagato di difficoltà, vicissitudini,
impegno protrattosi nell'arco di due legislature, a conclusione
di un'attesa di troppi anni.
Gli atti parlamentari del Senato, pur testimoniando un intenso
lavoro dal primo incardinamento del provvedimento, con la
mia relazione del 4 luglio 2000 nella commissione 7a, sino
alla recente approvazione nell'Aula del Senato, non possono
documentare il fitto lavoro di tessitura svoltosi al di
fuori delle sedute ufficiali. E' stato infatti necessario
illustrare a molti colleghi le complesse fonti legislative,
ribattere a pregiudizi laicisti, cercare una trasversalità
al di là dei blocchi politici contrapposti, convincere
individualmente sulla necessità e l'urgenza del disegno
di legge, assicurare la presenza in commissione ed in Aula
di un congruo numero di senatori affinché il provvedimento
non naufragasse a causa di una opposizione disposta ad utilizzare
ogni strumento regolamentare.
Questi, peraltro, sono in genere i compiti ardui e sottili
del relatore, resi ancora più complessi dall'esperienza
del precedente insabbiamento alla Camera.
Devo sottolineare però che nell'ultimo passaggio
ho trovato l'ampio sostegno del Sottosegretario On.le Valentina
Aprea e di alcuni colleghi, ai quali ho chiesto di premere
presso i rispettivi Gruppi della Camera per fare calendarizzare
e concludere il provvedimento prima della pausa estiva,
cioè in tempo utile per effettuare le prove concorsuali
nel prossimo autunno.
E' mia convinzione che il primo concorso per titoli ed esami,
come previsto dall'art. 5, debba essere una prova seria
e non una semplice formalità con parvenza di sanatoria
che fornirebbe ulteriori argomenti agli oppositori. Questo
per vari motivi: nella scuola di stato l'insegnante di religione
cattolica, pur senza potere di voto disciplinare, reca un
apporto consistente per quanto concerne la disamina dei
profili e degli aspetti della personalità degli allievi,
riveste una funzione insostituibile di sintesi degli itinerari
formativi e di dialogo con gli studenti , si distingue per
l'impegno nelle attività proprie dell'autonomia delle
istituzioni scolastiche.
Come ho evidenziato in uno dei punti del mio ordine del
giorno, sarebbe opportuno organizzare un corso di preparazione
alla prova concorsuale, la quale potrebbe consistere in
parte nella illustrazione e discussione di una "tesina"
presentata da ogni candidato. Non mancano certo argomenti
di grande spessore che assumono altresì rilevanza
interdisciplinare.
Al di là di queste considerazioni, nonché
dell'eventualità o necessità di una revisione
dei programmi e dell'auspicio dell'estensione a tutto il
territorio nazionale dell'idoneità - temi, questi,
di stretta competenza dell'autorità ecclesiastica
- ritengo che l'impegno a livello parlamentare non sia ancora
concluso. Occorre infatti insistere affinché il regolamento
attuativo della legge sia emanato tempestivamente e vigilare,
anche attraverso opportuni strumenti legislativi, sull'eventualità
che l'ora di religione cattolica non risulti di fatto marginalizza
nell'esercizio dell'autonomia, per esempio nella predisposizione
dell'orario delle lezioni.
Nella precedente legislatura, durante la discussione e votazione
della L. 30, il ministro Berlinguer aveva accolto un mio
ordine dal giorno in merito. A maggior ragione oggi il centro-destra
deve tutelare un principio che già il centro-sinistra
aveva accettato.
Infine desidero ribadire che è necessario riaffrontare
gli aspetti e i contenuti dell'ora dei non avvalentirsi.
E' una questione che avevo incardinato come relatore nella
precedente legislatura, quando fui incaricato dell'"affare"
assegnato ai sensi dell'art. 50, comma 2, del regolamento
del Senato, avente per oggetto "la politica del governo
in ordine all'insegnamento della religione cattolica previsto
dal Concordato".
E' mia convinzione infatti che l'autentica dignità
dei docenti di religione dipenda da tre fattori: lo stato
giuridico, l'effettiva preparazione e abilità pedagogica,
la natura della cosiddetta ora alternativa.
* Relatore del DdL in Senato nella XIII e XIV Legislatura