CAMERA DEI DEPUTATI
XIV LEGISLATURA
Stenografico Aula in corso di seduta
Seduta n. 340 del 15/7/2003
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PUBLIO FIORI
La seduta comincia alle 10.
Omissis
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIONDI
Inversione dell'ordine del giorno (ore 12,07).
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare per proporre un'inversione
dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, se i colleghi sono d'accordo, proporrei un'inversione dell'ordine del giorno che tra l'altro, si presenta particolarmente veloce, al fine di esaminare in mattinata il terzo e il quarto punto all'ordine del giorno, per poi procedere, in maniera più organica e meno frammentaria, al seguito della discussione del disegno di legge sul riordino del settore energetico nel pomeriggio.
RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, una richiesta di inversione
dell'ordine del giorno all'inizio della settimana, dopo
che si è ribadita la necessità di seguire
l'ordine dei lavori nel senso concordato, francamente non
la comprendo. Tra l'altro, se ci fossero particolari urgenze
con scadenze immediate, tale richiesta verrebbe in soccorso
rispetto all'ordinario svolgimento dei nostri lavori.
In questo caso, si tratta di concordare il modo di gestire
l'odierno ordine del giorno, in quanto i gruppi erano ormai
a conoscenza che il primo punto da esaminare sarebbe stato
il provvedimento relativo al riassetto del settore energetico,
mentre poi ci trova di fronte a due diversi provvedimenti.
Sinceramente, ritengo che tale pratica non debba essere
agevolata. Infatti, tali iniziative sono giustificate in
presenza di un'urgenza e di una motivazione, condivisibile
o meno, ma comunque oggettiva. In questo caso, non mi sembra
vi siano problemi che impediscano di entrare nel merito
del provvedimento, salvo che il presidente Tabacci non affermi
il contrario, allora non farei altro che prenderne atto.
A mio avviso, è possibile rendere compatibile l'esigenza
di un celere esame degli altri due provvedimenti oggetto
della richiesta di inversione con la necessità di
assicurare un minimo ordine ai nostri lavori, iniziando
con il disegno di legge relativo al riordino del settore
energetico.
Invito dunque il collega Antonio Leone a ritirare la richiesta
di inversione dell'ordine del giorno, cercando di rendere
possibile l'esame anche degli altri due provvedimenti, uno
dei quali - quello relativo alla sottoscrizione delle liste
elettorali - è stato già incardinato nella
seduta di giovedì. Il nostro gruppo mantiene l'impegno
ad esaminare al più presto quest'ultimo provvedimento,
ma ritengo sia più opportuno seguire l'ordine del
giorno deciso dalla Presidenza.
PRESIDENTE. Prima di porre in votazione la proposta di
inversione dell'ordine del giorno, dovrei dare la parola
ad un deputato a favore e ad uno contro ma, in via del tutto
eccezionale, su tale questione darò la parola all'onorevole
Boccia e agli esponenti degli altri gruppi che ne faranno
richiesta.
Prego, onorevole Boccia.
ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, innanzitutto occorrerebbe
chiarire se effettivamente si possa procedere all'esame
dei punti 3 e 4 all'ordine del giorno, come richiesto dal
collega Antonio Leone.
In realtà, tale proposta ne conteneva un'altra che
a noi interessa in maniera particolare, vale a dire quella
di una sospensione dei lavori alle 19, al fine di esaminare
la mozione relativa all'ordine pubblico a Napoli.
Quindi, tale proposta complessiva avrebbe trovato il nostro
consenso, purché si fosse stati nelle condizioni
di procedere. Ci sono problemi relativi al punto all'ordine
del giorno concernente le norme sullo stato giuridico degli
insegnanti di religione cattolica, che pure ci sta molto
a cuore e il cui esame tra l'altro, trattandosi della terza
lettura, riguarderebbe soltanto la norma di copertura e
può dunque essere esaurito in pochissimo tempo. Occorre
tuttavia verificare se tale esame sia possibile; se, per
così dire, le carte sono in regola e se sono presenti
il relatore e la Commissione, si può anche passare
all'esame di tale provvedimento.
MARCO BOATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, intendo associarmi alle
considerazioni formulate poco fa dal collega Innocenti:
siamo all'inizio di una settimana di lavori parlamentari,
la Conferenza dei presidenti dei gruppi ha deciso la scorsa
settimana i provvedimenti da inserire all'ordine del giorno,
c'è un ordine del giorno definito dal Presidente
della Camera, non mi sembra corretto iniziare la seduta
con un'inversione dell'ordine del giorno stesso.
Tra l'altro, già l'ultima seduta della scorsa settimana
si è conclusa con un colpo di mano, anche se privo
di malizia, ovvero con lo stralcio senza dibattito di una
parte del provvedimento che è al quarto punto dell'ordine
del giorno.
Ritengo che sarebbe corretto seguire l'ordine del giorno
che è stato definito dalla Conferenza dei presidenti
dei gruppi e dal Presidente della Camera. Il modo di procedere
nei nostri lavori è infatti un po' sconclusionato,
rapsodico, a corrente alternata e soprattutto non consente
alla totalità dei parlamentari di maggioranza e di
opposizione che ricevono alcune indicazioni, che leggono
un ordine del giorno, che sanno che vi sono alcuni argomenti
da trattare, di svolgere ordinatamente i lavori, anche in
riferimento alla partecipazione diretta al dibattito e al
confronto dei colleghi tutti, ma in particolare di quelli
che di volta in volta si accingono ad affrontare una questione
specifica.
Oggi abbiamo all'ordine del giorno, subito dopo l'informativa
del Governo, la questione energetica: la Commissione e il
suo presidente sono già presenti, ritengo opportuno
proseguire con l'ordine del giorno prefissato.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Boato. Porto a conoscenza
dell'Assemblea che in questo momento la Commissione bilancio
è ancora riunita per esprimere il proprio parere
sul disegno di legge n. 2480-B concernente gli insegnanti
di religione; pertanto non disponiamo ancora di tale parere.
Chi chiede di parlare a favore della proposta dell'onorevole
Leone?
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intendo rassicurare il
collega Innocenti (al di là del fatto che si svolgano
alcune considerazioni all'inizio della giornata o della
settimana lavorativa): la ratio della mia proposta è
costituita dalla finalità di un migliore andamento
dei lavori, non c'è nessun'altra recondita intenzione.
Come ho rappresentato al collega Boccia - lo dico anche
al collega Innocenti - questa sera alle 19 potremmo interrompere
l'esame del provvedimento sull'energia per passare alle
mozioni sull'ordine pubblico a Napoli; ciò sempre
nella stessa ottica: non si tratta di uno scambio di provvedimenti,
ma di portare a casa in un modo che ritengo organico e razionale
quanti più provvedimenti possibili che possano accontentare
entrambi gli schieramenti.
L'intenzione è soltanto quella che ho esposto, chiedo
se si può accedere a tale proposta, con l'integrazione
già ipotizzata dal collega Boccia e che ribadisco
e che, per così dire, offro ai colleghi dell'opposizione.
PRESIDENTE. Pongo, dunque, in votazione la proposta di
inversione dell'ordine del giorno, avanzata dall'onorevole
Antonio Leone, nel senso di procedere all'esame del provvedimento
al punto 3 dell'ordine del giorno.
(Segue la votazione)
Poiché non vi è concordanza circa l'esito della votazione, dobbiamo procedere alla controprova, da effettuarsi con votazione mediante procedimento elettronico, senza registrazione dei nomi.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,15).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno
luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorre
da questo momento il termine di preavviso di cinque minuti
previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso,
sospendo la seduta fino alle 12,20.
La seduta, sospesa alle 12,15, è ripresa alle 12,20.
PRESIDENTE. Pongo in votazione, ai fini della controprova
rispetto alla precedente votazione per alzata di mano, la
proposta avanzata dall'onorevole Antonio Leone di procedere
subito all'esame del terzo punto dell'ordine del giorno,
quindi all'esame del quarto punto dell'ordine del giorno
e successivamente riprendere l'esame del secondo punto.
(È approvata).
La Camera approva per 70 voti di differenza.
Seguito della discussione del disegno di legge: Norme sullo
stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica
degli istituti e delle scuole di ogni ordine e grado (approvato
dalla Camera e modificato dal Senato) (2480) (ore 12,21).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione
del disegno di legge: Norme sullo stato giuridico degli
insegnanti di religione cattolica degli istituti e delle
scuole di ogni ordine e grado.
Ricordo che nella seduta di ieri si è svolta la discussione
sulle linee generali delle modifiche apportate dal Senato.
PIERO RUZZANTE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERO RUZZANTE. Mi scusi, signor Presidente, vengo informato
ora dai colleghi della Commissione lavoro pubblico e privato
che per le 14,30 è convocato il Comitato dei nove
in merito al provvedimento relativo agli insegnanti di religione.
Per questo motivo, non credo siamo ora in grado di passare
all'esame di questo punto, perché almeno deve essere
convocato il Comitato dei nove il che è previsto
per le ore 14,30. Mi informano sempre i colleghi che manca
anche il parere della Commissione bilancio.
Quindi, mi sembra che stiamo procedendo un po' con troppo
disordine.
PRESIDENTE. Onorevole Ruzzante, le posso dire che tutti gli emendamenti sono stati ritirati e che il parere della Commissione è pervenuto.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI, Presidente della XI Commissione.
Per quello che riguarda la Commissione lavoro pubblico e
privato, debbo confermare che, in effetti, secondo quello
che era il progetto dei lavori, ho convocato il Comitato
dei nove per le ore 14,30. Ciò non toglie che, ove
siamo a posto con la Commissione bilancio, mi rimetto completamente
a quanto l'Assemblea o la maggioranza dell'aula decidono,
nel senso che, nel caso in cui si decide di procedere, se
non vi sono emendamenti, è inutile convocare il Comitato
dei nove e, se ve ne dovesse essere anche uno solo, chiedo
solo due minuti per convocare, seduta stante, il Comitato
dei nove ed essere così in grado di procedere.
Quindi, la Commissione si rimette Commissione alla decisione
dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Per quanto risulta alla Presidenza, tutti gli
emendamenti sono stati ritirati, quindi non ci sarebbe motivo
di contendere sulla presenza anche di un solo emendamento.
Quindi, l'osservazione mi pare possa essere superata dai
fatti che sono più eloquenti di qualunque altra argomentazione.
(Esame degli articoli - A.C. 2480-B)
PRESIDENTE. Passiamo alle modifiche introdotte dal Senato
ed accettate dalla Commissione. Avverto che, ai sensi dell'articolo
70, comma 2, del regolamento saranno posti in votazione
solo gli articoli 5 e 6, in quanto modificati dal Senato.
Avverto, altresì, che non sono pubblicati nel fascicolo
gli emendamenti non riferiti a parti modificate dal Senato.
Ricordo che prima della seduta sono stati ritirati, l'ho
già detto, tutti gli emendamenti presentati.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto
parere che è distribuito in fotocopia (vedi l'allegato
A - A.C. 2480-B sezione 1).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2480-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (vedi l'allegato
A - A.C. 2480 sezione 2).
Nessuno chiedendo di parlare ed essendo state ritirate tutte
le proposte emendative presentate, passiamo alla votazione
dell'articolo.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale
mediante procedimento elettronico.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,24).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno
aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico,
decorre da questo momento il termine di preavviso di venti
minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare
di preavviso, sospendo la seduta che riprenderà alle
12,45.
La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 12,45.
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2480-B.
(Ripresa esame dell'articolo 5 - A.C. 2480-B)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto
l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.
ALBA SASSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, torna
all'esame della Camera dei deputati il disegno di legge,
già approvato dal Senato, che regola lo stato giuridico
degli insegnanti di religione cattolica. In estrema sintesi,
con questo disegno di legge si istituiscono due ruoli di
insegnanti di religione cattolica, vi si immettono circa
15 mila docenti e si consente loro il passaggio nelle altre
materie di insegnamento con il sistema dei passaggi di cattedra.
Questo provvedimento, di qui il nostro voto contrario già
nel primo passaggio alla Camera, rappresenta un'anomalia
nel reclutamento degli insegnanti perché immette
in ruolo insegnanti su una disciplina facoltativa.
PRESIDENTE. Pregherei i colleghi vicini alla collega che parla di usare il riguardo di non infastidirla.
ALBA SASSO. Infatti, come è noto, l'insegnamento
della religione cattolica nella scuola italiana è
regolato da accordi fra Stato italiano, Santa Sede, Ministero
della pubblica istruzione, Conferenza episcopale italiana.
Tale disciplina rimane una disciplina facoltativa, facoltatività
come condizione necessaria perché la sua presenza
nella scuola pubblica non configuri elementi di incostituzionalità,
come si può evincere dalle sentenze della Corte costituzionale
del 11 aprile del 1989 e n. 13 del 14 gennaio del 1991.
Per questa ragione, gli insegnanti sono nominati a seguito
di una designazione dell'autorità diocesana sulla
base di titoli e requisiti culturali, competenze, insindacabilmente
accertate dall'autorità ecclesiastica e da una idoneità
che costituisce una conditio sine qua non per l'insegnamento,
altrettanto insindacabilmente concessa e revocabile dalla
stessa autorità.
È del tutto evidente come tali caratteristiche non
siano compatibili con l'assunzione degli insegnanti di religione
cattolica nei ruoli dello Stato e soprattutto come non consentano
la definizione di un organico stabile e di un ruolo, peraltro
non più esistente neanche dal punto di vista giuridico.
È di questo che noi abbiamo parlato quando abbiamo
ragionato degli insegnanti di regione cattolica; non abbiamo
messo in discussione la loro qualità, il loro impegno
nel lavoro. Abbiamo ragionato del fatto che si è
creato un percorso parallelo di ingresso nella scuola.
Se il Governo avesse voluto perseguire l'innovazione reale,
se avesse cioè voluto inserire e mettere in ruolo
questi insegnanti, avrebbe potuto o dovuto aprire una trattativa
bilaterale con la Santa Sede sul concordato - neanche una
sola revisione dell'intesa sarebbe bastata, perché
si tratta di innovazioni che incidono sul principio concordatario
dell'avvalersi o del non avvalersi.
Inoltre, ciò che più ci preoccupa è
che il potere di intervento delle leggi e degli accordi
che prima citavo attribuiscono alla autorità ecclesiastica
per quel che concerne l'assunzione, l'eventuale mobilità
e la cessazione dal lavoro, per revoca dell'idoneità,
la possibilità di intervenire in un normale procedimento
di reclutamento di un pubblico dipendente dello Stato.
Si creerebbe, cioè, una limitazione permanente della
sovranità dello Stato, che, in caso di revoca di
idoneità, dovrebbe licenziare un proprio dipendente
sulla base di una motivazione culturale e ideologica che,
invece, dovrebbe rimanere del tutto estranea allo Stato
stesso!
Ora, nel corso dell'iter di questo disegno di legge, la
maggioranza governativa ha dimostrato che il vero obiettivo
del provvedimento non è la stabilità e la
regolamentazione giuridica di questo personale, ma l'apertura
di un canale di reclutamento nella scuola pubblica controllato
da un'altra autorità, unitamente al consolidamento
del carattere di fatto obbligatorio dell'insegnamento confessionale
della religione cattolica.
PRESIDENTE. Onorevole Sasso, la prego di concludere.
ALBA SASSO. Sto per concludere, Presidente. Insomma, collocare i docenti di religione cattolica risultati inidonei o finiti in soprannumero in altro ruolo di insegnamento finisce col configurare una sorta di canale di reclutamento alternativo nella scuola dello Stato. E tutto questo avviene con questo provvedimento, con il quale si inseriscono nei ruoli dello Stato 15 mila insegnanti di religione cattolica, mentre sono due anni che si attende invano il decreto di immissione in ruolo degli insegnanti inseriti nelle graduatorie permanenti (su questo problema, abbiamo presentato un ordine del giorno). Per queste ragioni, questo provvedimento si configura come illegittimo, ingiusto e poco produttivo nei confronti della scuola italiana (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento
elettronico, sull'articolo 5.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva
(Vedi votazioni).
(Presenti 335
Votanti 328
Astenuti 7
Maggioranza 165
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 109).
Prendo atto che l'onorevole Dorina Bianchi non è
riuscita a votare. Prendo atto altresì che l'onorevole
Cima non è riuscita a votare e avrebbe voluto esprimere
un voto contrario e l'onorevole Pasetto ha erroneamente
espresso un voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimerne
uno favorevole.
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2480-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (vedi l'allegato
A - A.C. 2480 sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare ed essendo state ritirate tutte
le proposte emendative presentate, passiamo ai voti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole
Capitelli. Ne ha facoltà.
PIERA CAPITELLI. Signor Presidente, colleghi, sottosegretario,
sicuramente questo è un provvedimento dovuto, perché
da anni gli insegnanti di religione attendono delle norme
che disciplinino il loro stato giuridico. Ma questa legge
complessivamente è del tutto inadeguata ad affrontare
i problemi connessi con l'insegnamento della religione cattolica
nella scuola e, in particolare, con la situazione degli
insegnanti di religione.
L'insegnamento della religione cattolica ha una configurazione
specifica nella nostra legislazione, esito di un'intesa
concordataria ed anche frutto di una grande mediazione tra
il dettato costituzionale - che vuole una scuola laica -
e l'esigenza di accogliere una tradizione culturale consolidata
della società italiana. Poi, se vi sia bisogno o
meno che proprio attraverso la scuola venga insegnata la
religione, vengano trasmessi i valori cattolici, se la scuola
cioè sia lo strumento più adatto per veicolare
la religione, sarebbero questioni da approfondire. Tuttavia,
l'insegnamento della religione - dobbiamo prenderne atto
- esiste, è stato voluto da Chiesa e Stato e gli
insegnanti di religione cattolica, ancorché in posizione
particolare, devono avere condizioni e status adeguati al
ruolo e alla funzione docente.
Vi chiederete allora per quale motivo siamo tanto contrari
a questo provvedimento, soprattutto ad alcune parti di esso,
come l'articolo 4 relativo alla mobilità e alla revoca
di questi insegnanti.
Il punto vero è che il disegno di legge in esame
non affronta con equilibrio il problema della revoca e,
come ha già detto l'onorevole Sasso (lo voglio ribadire
con parole molto semplici), consente agli insegnanti di
religione perdenti posto di transitare su cattedre per le
quali non hanno fatto alcun concorso E in Italia, fino a
legge contraria che noi temiamo questo Governo voglia realizzare,
l'accesso alla scuola avviene per regolare concorso. L'accesso
al pubblico impiego avviene per concorso.
Il privilegio agli insegnanti di religione cattolica è
reso tanto più evidente dal fatto che la scuola italiana
si sta precarizzando. Per quanto riguarda il prossimo anno
scolastico, non sappiamo ancora quante immissioni in ruolo
verranno effettuate e sappiamo che vi sono ben oltre centomila
cattedre vacanti. Lo abbiamo chiesto al ministro durante
il Question Time e non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
A cosa corrisponde questa volontà di utilizzare personale