E’ la corruzione che frena l’Italia, non l’art. 18!

E’ la corruzione che frena l’Italia, non l’art. 18!

Se Monti vuole davvero mettere in moto il volano dell’economia, smetta di discutere, sprecando tempo prezioso ed esasperando i lavoratori sull’articolo 18: intervenga invece per approvare leggi efficaci che combattano la corruzione, il clientelismo, l’evasione fiscale, le mafie
 
Ci risiamo. Dopo aver detto che il posto fisso è “ monotono” - per poi rettificare che il concetto era stato frainteso - adesso Monti dichiara che il posto fisso e le sue tutele “scoraggiano gli investimenti stranieri” e che gli sfugge "completamente quale potrebbe essere la ragione di un intento da parte del governo di esasperare ….in una materia importante, sensibile, socialmente cruciale come il mercato del lavoro". Il Ministro dell’interno, Anna Maria Cancellieri, poi, ha precisato che “noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città di mamma e papà”. Ricordiamo che precedentemente il Ministro del welfare, Elsa Fornero aveva dichiarato che “bisogna spalmare le tutele su tutti, non promettere il posto fisso che non si può dare”. Lasciamo da parte le dichiarazioni dei due ministri, anche perché ognuna di loro si è poi affrettata a rettificare il proprio pensiero, la prima affermando che la sua è stata una battuta infelice e la seconda precisando che la propria figlia non ha due, ma un solo posto fisso, retribuito dall’ateneo in cui lavora.
Soffermiamoci, dunque, sulle dichiarazioni di Mario Monti che ha platealmente affermato che la colpa dei mancati investimenti stranieri in Italia è riconducibile al fatto che l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (vedi L’ART. 18 E LA “MONOTONIA” DEL POSTO FISSO) non permette di licenziare facilmente. Insomma, secondo Monti, aboliamo le tutele lavorative, così “senza giusta causa[1] o giustificato motivo[2]” il datore di lavoro potrà licenziare qualsiasi lavoratore e gli investitori stranieri, come per incanto, verranno in Italia a investire fior fiore di miliardi di euro. Davvero l’uovo di Colombo! Nessuno mai ci aveva pensato, neppure la Corte dei Conti.
Sì, perché la Corte dei Conti, invece, si ostina ogni anno a denunciare che il “fenomeno” della corruzione è un freno allo sviluppo dell’economia italiana; infatti secondo la Corte la corruzione e il clientelismo costano tra i 50 e i 60 miliardi l’anno (l’equivalente dei 62.919 miliardi di euro della manovra Monti per il triennio 2012/2014), cioè costa ad ogni cittadino italiano circa 850/1.000 euro l’anno. Ergo: non solo il costo della corruzione e del clientelismo pesa sull’economia ma gli investitori stranieri si tengono alla larga dai Paesi dove la corruzione dilaga[3]. A tutto ciò si deve aggiungere il fatto che se ogni anno i fondi statali vengono sperperati per la corruzione e il clientelismo, è ovvio che il Governo per far quadrare i conti deve tagliare voci importati di spesa pubblica, come ad esempio la quota per la pubblica istruzione[4].
La Procura generale della magistratura contabile ritiene che aver dimezzato i tempi di prescrizione per il reato di corruzione da 15 a 7 anni con la legge Cirelli ha avuto come risultato che “molti dei relativi processi si estingueranno poco prima della sentenza finale, sebbene preceduta da una o due sentenze di condanna e con conseguenze ostative per l’esercizio dell’azione contabile sul danno all’immagine”. Inoltre non bisogna dimenticare che la depenalizzazione del falso in bilancio favorisce la creazione di fondi neri, cioè denaro su cui nessuno paga le tasse, utilizzati per attuare azioni di corruttela.
Certamente alla corruzione, al dimezzamento dei tempi di prescrizione del predetto reato e alla depenalizzaione del falso in bilancio, occorre aggiungere le mafie con le loro  “infiltrazioni nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni che hanno azzoppato, forse irrimediabilmente, la nostra economia[5].
Quindi, non è l’articolo 18 che frena l’economia e neppure i mancati investimenti stranieri in Italia, ma la corruzione, il clientelismo, l’evasione fiscale , le mafie. Se Monti vuole davvero mettere in moto il volano dell’economia, smetta di discutere, sprecando tempo prezioso ed esasperando i lavoratori sull’articolo 18: intervenga invece per approvare leggi efficaci che combattano ciò che frena veramente la ripresa economica.
Orazio Ruscica
 
 

 


[1]  Ad esempio, le violenze o le minacce nei confronti dei colleghi o dei superiori, il furto, il danneggiamento doloso degli impianti aziendali
[2] Ad esempio, ritardi sistematici nel presentarsi al lavoro oppure la violazione del segreto d'ufficio
[3] Transparency International pubblica ogni anno la Corruption Perception Index, cioè l’Indice di Percezione della Corruzione, in cui 183 Paesi del Mondo sono classificati a seconda del loro livello di corruzione. L’Italia ha ottenuto anche quest’anno una valutazione molto negativa, identica a quella dell’anno passato, di 3,9 su 10 collocandosi al 69° posto su 183 e al quartultimo posto in Europa, davanti solo a Grecia, Romania e Bulgaria.
[4] Trasparency International. Gli indici di corruzione e la loro relazione con gli Investimenti Stranieri Diretti (FDI) - di Carnevali Virginiohttp://www.transparency.it/upload_doc/Indici_e_FDI.pdf
[5]  Benny Calasanzio, Mafia Spa. Gli affari della più grande impresa italiana, Editori Riuniti, 2011 
 
Snadir - Professione i.r. - 08 febbraio 2012
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