Il nuovo Governo e le aspettative dei docenti di religione. Al via la mobilitazione dei docenti di religione con la Petizione 2013

Il nuovo Governo e le aspettative dei docenti di religione

 
 
 
Il Governo Letta ha ottenuto la fiducia della Camera e del Senato; ha così provveduto a nominare i Ministri e i Sottosegretari. Possiamo, dunque, affermare che un Governo politico si è insediato, un Governo di larghe intese, ma pur sempre un Governo politico e non tecnico.
Certamente è un Governo che dovrà intervenire con politiche a sostegno dell’economia e non di rigore, di crescita economica e non di tagli ai posti di lavoro. E’ ormai chiaro che – in una economia depressa -  politiche basate esclusivamente  sui tagli alla spesa pubblica rappresentano azioni autodistruttive e anche controproducenti in termini puramente fiscali. Se  i disoccupati non avranno la possibilità di rientrare velocemente nel circuito lavorativo, ovviamente non saranno in grado neppure di offrire un contributo fiscale; pertanto è anche interesse dello Stato – in termini di introiti fiscali – favorire immediatamente la ripresa economica con interventi a sostegno dell'economia, fino a quando il settore privato sarà disposto ad investire di nuovo e , quindi, a creare posti di lavoro. Diversamente, ostinarsi nelle politiche di austerità – come scrive Paul Krugman, premio Nobel per l’economia, il 22 aprile scorso – è creare “una catastrofe al rallentatore”, che sta “rovinando molte vite, e allo stesso tempo ci rende più poveri e più deboli in ogni modo. E più a lungo ci ostiniamo in questa follia, maggiore è il danno sarà” (The Jobless Trap).
Politiche scolastiche come quelle poste in atto dagli ultimi due Governi sono, quindi, “folly politics”. Occorre, invece, aumentare la spesa per l’istruzione: ritornare al futuro - per la scuola primaria -  con il tempo pieno, le 30 ore settimanali e le  ore di contemporaneità; intervenire nella scuola secondaria di primo grado con strumenti efficaci per contrastare l’abbandono scolastico e favorendo la “mobilitazione intenzionale di conoscenze” (Philippe Perrenoud);  permettere ad ogni studente di imparare e di poter utilizzare ciò che impara “oggi a scuola e domani nella vita e nel lavoro”; predisporre una scuola secondaria che riesca a svolgere bene il suo compito di “ascensore sociale”, offrendo a tutti gli studenti la possibilità di conseguire il successo scolastico. Non dimentichiamo anche la diffusione generalizzata degli asili nido e delle scuola dell’infanzia. Per poter intervenire in modo efficace bisogna assolutamente incrementare la spesa per l’istruzione dal 4,9% alla media dell’Ocse del 6,3% del PIL (Prodotto Interno Lordo). L’impegno del Presidente del Consiglio, Enrico Letta non può non essere condiviso: “le università devono diplomare laureati in grado di lavorare ovunque in Europa” e intervenire in modo efficace “nella lotta alla disoccupazione e alla disuguaglianza, nella difesa e nella promozione di tutti i diritti”.
L’investimento per l’istruzione non può non passare anche attraverso il riconoscimento della professione docente che si concretizza nel rinnovo contrattuale di livello europeo e la stabilizzazione  degli insegnanti precari. E in questo contesto si collocano anche i docenti di religione che, parimenti agli altri insegnanti, offrono un servizio professionale  agli studenti, alle famiglie e alla cultura italiana.  Pertanto, si rende urgente un intervento politico che porti a compimento quanto iniziato dalla legge 186/2003: la trasformazione dell’attuale graduatoria di merito a seguito del concorso  (legge 186/2003; D.D.G. 2 febbraio 2004) in graduatoria ad esaurimento, l’indizione e l’espletamento di un nuovo concorso per titoli ed esami riservato agli insegnanti di religione cattolica che abbiano prestato servizio per almeno quattro anni nel corso degli ultimi dieci anni, l’attribuzione all’insegnamento della religione cattolica di un codice di classe di concorso o di abilitazione all’insegnamento, la valutazione del servizio di religione nelle graduatorie ad esaurimento relative alle altre discipline, l’accesso ai corsi per il conseguimento dell’abilitazione e dell’idoneità all’insegnamento e ai TFA speciali per altre discipline e, infine,  la possibilità di esprimere la valutazione  periodica  ed annuale dell’insegnamento della religione cattolica secondo le modalità definite per tutte le altre discipline scolastiche.
A tal fine lo Snadir avvierà  da una parte un’azione di tessitura di rapporti con i Parlamentari eletti nei due rami del Parlamento, con il Servizio nazionale per l’irc, con il Miur e dall’altra una forte mobilitazione che sostenga le richieste dei docenti di religione. Se il confronto tra la nostra organizzazione sindacale  e i Parlamentari, lo Snirc e il Miur si realizzerà nelle sedi istituzionali, è del tutto evidente che la mobilitazione dei cittadini è affidata – in primo luogo – a tutti gli iscritti alla nostra organizzazione sindacale, a tutti i docenti di religione e a tutti coloro che condividono le nostre richieste.
Lo strumento da utilizzare sarà una raccolta di firme di cittadini italiani maggiorenni; invitiamo, quindi, a firmare la Petizione 2013 on line e a scaricare il modulo in formato pdf da far firmare ad almeno 30/40 persone (cittadini italiani maggiorenni) e a spedirlo entro il 31 luglio 2013 all’indirizzo posto in calce. Questa azione, modo concreto per far sentire la nostra voce, ha già trovato in passato largo consenso, cosa che ci auguriamo accada anche in questo caso.
Orazio Ruscica
 
Snadir - Professione i.r. - 20 maggio 2013
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